La svolta dell’Iran. Rohani: L’Olocausto un crimine da condannare

Svolta del nuovo presidente iraniano Hassan Rohani sull’Olocausto e lo sterminio degli ebrei per mano dei nazisti. Il neo presidente dell’Iran, in una intervista concessa alla Cnn, sposa una linea opposta a quella perorata dal suo predecessore Mahmoud Ahmadinejad, che ha sempre negato l’Olocausto. Il suo è un segnale importante che può dare segnare l’inizio nuovo corso nell’area calda del medioriente e soprattutto nei rapporti con Israele e Usa. “In generale – ha osservato – posso dire che qualunque crimine accada nella storia contro l’umanità, compreso il crimine dei nazisti contro gli ebrei, è riprovevole e condannabile”. “Qualunque crimine commesso contro gli ebrei noi lo condanniamo. Togliere la vita umana è spregevole. E non fa differenza se sia la vita degli ebrei, dei cristiani, o dei musulmani. Per noi è lo stesso”. Ma nonostante la sua importante apertura non lesina critiche ad Israele e alle vicende che hanno portato alla nascita di questo Stato. “Questo non significa – dice Rohani – che poiché i nazisti hanno compiuto dei crimini contro un gruppo, questo gruppo deve confiscare la terra di un altro gruppo e occuparla”. “Anche questo è un atto che dovrebbe essere condannato”, ha spiegato facendo riferimento alla politica coloniale israeliana e ai territori occupati in Palestina. Ma il presidente iraniano, davanti alla platea dell’Onu, ha voluto anche precisare che ora “l’Iran non rappresenta una minaccia per il mondo” e la sua elezione, dopo 8 anni dell’intransigente Mahmoud Ahmadinejad, dimostrerà la razionalità del popolo iraniano e la prevalenza della moderazione sull’estremismo. Il riferimento è alla politica nucleare e all’uso dell’atomica, fino ad ora sventolata come una minaccia per il mondo occidentale. “Teheran non è interessata alla realizzazione della bomba atomica. Questa e le altri armi di distruzione di massa non possono trovare alcuno spazio nella dottrina di difesa e nella sicurezza iraniana”. Insomma il “programma nucleare iraniano”, ha concluso Rohani, “è pacifico”. Per questo diciamo “si’ al dialogo basato sul reciproco rispetto e collaborazione ma senza imposizioni”.

 

 

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