La strada per la crescita passa attraverso il liberalismo economico

Dare un giudizio sulla legge finanziaria del governo di centro destra e in generale sulle sue scelte di politica economica da quando si è insediato a fine 2022, è opportuno evitare di ascoltare le voci partigiane perché è ovvio che i filo governativi dicono un gran bene, mentre all’ opposizione solo male. Meglio dar voce ai tecnici di settore. Una cosa da comune cittadino si può tranquillamente affermare che l’attuale governo ormai è giunto a metà legislatura e non si è ancora visto il cambio di passo necessario in un’economia abituata da anni ad una crescita bassa. La nostra economia avrebbe bisogno di un’opera di sfoltimento di norme e regolamenti che frenano l’iniziativa privata e comprimono la crescita. È l’esatto contrario dello statalismo che tutto controlla attraverso le regole. È una patologia di cui non soffre solo la destra, riguarda anche la sinistra. Il nostro è un Paese che cerca sempre protezione nello Stato che attraverso la sua asfissiante burocrazia frena la libertà economica dei singoli individui. L’ unico periodo, a partire dall’ Unità d’ Italia 1861, ad oggi, ci mostra che solo nel quindicennio successivo al secondo conflitto mondiale si è valorizzata l’iniziativa individuale. Ne derivò il cosiddetto boom economico, un vero e proprio miracolo, ne conseguì l’affermazione della cultura della crescita che consentì al nostro Paese di diventare uno dei più ricchi in Europa e nel mondo. Trascorso quel periodo l’Italia torno’ a rifugiarsi sotto l’ala protettrice dello Stato. Quindi crescita limitata per anni fino ad oggi e questo le ha impedito di tenere il passo con gli altri Paesi europei, più dinamici. Un governo stabile avrebbe la possibilità di invertire la tendenza alla crescita bassa. Ma il governo presieduto da Giorgia Meloni, giunto a metà legislatura, non ha ancora invertito la direzione di marcia. Del resto la destra incarnata dalla Meloni ha alle spalle una lunga storia dì ostilità nei confronti del liberalismo economico, come del resto anche la sinistra. Questo atteggiamento, però, costituisce un problema per la Premier che se vuole che la sua destra abbia un futuro in Italia e ancor di più in Europa, deve imprimere all’ economia italiana un cambio di passo, per dare una reale prospettiva di sviluppo. Occorre combinare conservatorismo sociale e liberalismo economico. Di liberalismo il governo italiano ha ben poco. Non manca altro che imboccare la strada giusta.

Andrea Viscardi

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