epa04423276 Walid Al-Moualem, Deputy Prime Minister of Syria, speaks during the 69th session of the United Nations (UN) General Assembly at United Nations headquarters in New York, New York, USA, 29 September 2014. EPA/JUSTIN LANE

La Siria parteciperà ai colloqui di Ginevra.

La Siria parteciperà al terzo round di colloqui guidati dall’Onu a Ginevra per trovare una soluzione pacifica al conflitto. Lo ha annunciato il ministro degli esteri siriano, Walid Al Moualem, parlando in Assemblea Generale al Palazzo di Vetro. Intanto il Pentagono sta ‘valutando’ se gli Usa debbano usare la forza militare per proteggere i ribelli anti-Assad da essi addestrati in Siria se questi vengono bersagliati dai raid della Russia. Lo si apprende da fonti del dipartimento della difesa, mentre gli Usa insieme a Francia, Germania, Gb, Qatar, Arabia Saudita e Turchia chiedono alla Russia di concentrare i propri raid in Siria solo sull’Isis. Il tema della Siria sarà affrontato a Parigi nel corso di un vertice fra Hollande, Merkel e Putin convocato per la verifica degli accordi di Minsk sulla crisi ucraina. Il presidente della commissione esteri della Duma russa rivela, i raid dureranno tre-quattro mesi. E Teheran non esclude che Baghdad possa seguire l’esempio di Damasco e chiedere l’intervento dell’ aviazione russa contro l’Isis ed altri gruppi terroristici. Francia, Germania, Gran Bretagna, Qatar, Arabia Saudita e Turchia, insieme agli Stati Uniti, chiedono alla Russia di concentrare i propri raid in Siria solo sull’Isis. In un comunicato congiunto reso noto dal ministero degli esteri di Ankara, si esprime la preoccupazione che l’intervento militare russo finisca per dare forza all’estremismo e alla radicalizzazione. La Turchia e i suoi alleati temono che i raid russi rafforzino il regime di Bashar al Assad. Mosca però diffida dell’appello alla Russia lanciato da sette Paesi a fermare i bombardamenti in Siria. ”Nessuno sta discutendo la dichiarazione. In generale ho grandi sospetti su come e per quale scopo e’ apparso questo messaggio. Anche la sua forma e’ strana”, ha commentato con la tv Rossia 24 Vladimir Cizhov, rappresentante permanente della Russia presso la Ue.

I jet russi hanno bombardato oggi Qaryatain, città siriana nella provincia di Homs controllata dall’Isis, dove decine di cristiani, tra i quali padre Jacques Murad, sono praticamente tenuti in ostaggio. Lo riferisce la televisione panaraba Al Jazira. Qaryatain e’ stata conquistata dallo Stato islamico nell’agosto scorso ma Padre Murad, priore del monastero di Sant’Elian e legato alla comunita’ di Mar Musa di Padre Paolo Dall’Oglio, era stato sequestrato dai jihadisti già in maggio. Il religioso e’ apparso successivamente in un video con altre decine di cristiani ai quali e’ stato imposto un ‘contratto’ dall’Isis che li obbliga a pagare la Jizya – l’antica tassa dovuta dalle minoranze religiose nei territori islamici – oltre che a rinunciare a costruire nuove chiese, a non fare sentire il suono delle campane fuori da quelle esistenti e a non esporre simboli religiosi. I jet russi hanno provocato almeno altre 7 vittime civili, secondo l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). La provincia di Idlib e’ controllata da una coalizione di gruppi armati islamisti, tra i quali i qaedisti di al Nusra.

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