Lunedì 7 maggio nuove consultazioni.  Si comincia con la delegazione del Movimento Cinque stelle, seguita da quella del centrodestra che si presenterà al Colle in un’unica delegazione. Poi di seguito le delegazioni degli altri partiti. Chiusura in serata con i presidenti di Camera e Senato.

Ecco il calendario degli appuntamenti al Colle per una giornata che si preannuncia cruciale:

ore 10 – Movimento 5 Stelle
ore 11 – Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega
ore 12 – Partito Democratico
ore 16 – Liberi e Uguali
ore 16, 20 –  Gruppo Parlamentare per le Autonomie (Svp- Patt, Uv) del Senato, Partito SVP (Sudtiroler Volkspartei) e (UV – Union Valdotain)
ore 16.40 – Gruppo Misto del Senato.
ore 17 – Gruppo Misto della Camera
ore 17,30 –  Roberto Fico, Presidente della Camera dei Deputati
ore 18 – Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato.

Mattarella pare intenzionato a procedere sulla strada di un governo di tregua malgrado il tiro al bersaglio che si è registrato ieri. Al punto che molti già hanno messo pure questo tentativo nel limbo degli accordi morti nell’incubatrice al pari del patto grillo–democratico o di quello tra Lega e M5s. Il capo dello Stato è consapevole non solo di camminare su un terreno paludoso, ma pure di esporsi ad una brutta figura se la sua proposta venisse bocciata dal Parlamento, eppure  non getta la spugna. I primi ‘no’ non l’hanno impressionato, li aveva messi nel conto. D’altronde anche per tornare a votare in autunno serve un governo neutrale-elettorale: lasciare a tempo indefinito Gentiloni a Palazzo Chigi – espressione della legislatura appena trascorsa – diventa un’ipotesi ogni giorno più difficile. Per quanto la strada per evitare urne bis a breve sia stretta, sul Colle non si dispera ancora di poterla imboccare.

Dietro le quinte sono in corso contatti a 360° e dal Quirinale non dicono cosa vogliono fare prima di lunedì: una questione di rispetto istituzionale, ci sono le consultazioni da cui potrebbe – il condizionale è d’obbligo – venir fuori qualche apertura inattesa. Ecco perché diventa fondamentale – è il ragionamento – tirar fuori una proposta di governo che non urti né le sensibilità leghiste né quelle pentastellate. Urge tirare fuori dal cilindro una figura di premier che possa coagulare consensi, indicando per l’Economia un tecnico che possa piacere a Salvini e a Di Maio.

Mattarella ha intenzione di parlare chiaro e forte al Paese. Non si limiterà a fare un solenne appello alle forze politiche, ma illustrerà pure i rischi di un ritorno al voto, partendo da quello di una nuova ingovernabilità, ovviamente  dovuta all’attuale legge elettorale,  fino ad arrivare alll’impossibilità di fare una manovra per scongiurare l’aumento dell’Iva.