La realtà del ‘Comitato 10 Febbraio’

La realtà del ‘Comitato 10 Febbraio’, attiva sin dall’Istituzione della legge 92/2004 per il Giorno del Ricordo, si è concentrata sulla promozione del ‘Ricordo’ delle vicende del nostro Confine Orientale e sulla difesa della millenaria identità italiana nell’Adriatico, attraverso iniziative di divulgazione nelle scuole, presso gli atenei e in tutte le diverse occasioni di confronto offerte, compreso il sostegno di numerose iniziative culturali. Ricordiamo che la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale ‘Giorno del Ricordo’ al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica,  ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero. Il ‘Giorno del ricordo’, ricordiamo,  è considerato solennità civile.   L’azione del ‘Comitato 10 Febbraio’,  organizzazione nazionale no profit presieduta da Michele Pigliucci,  è molto attiva in sostegno dell’attività delle ‘Associazioni degli Esuli’ contribuendo a mantenere viva una tradizione culturale altrimenti a rischio di estinzione.   Dopo un decennio di attività il Comitato ha deciso di ristrutturare il suo organigramma, al fine di rappresentare al meglio le variegate realtà che lo sostengono su tutto il territorio nazionale. La nuova Direzione Nazionale è composta da personaggi del mondo della Cultura e della Comunicazione. Tra gli altri, Gian Marco Chiocci, direttore de ‘Il Tempo’; Alfio Krancic, vignettista; Gabriele Marconi, giornalista e scrittore, autore del romanzo ‘Le stelle danzanti’ sull’impresa fiumana. Il Comitato Scientifico è presieduto dal professor Giuseppe Parlato, ordinario di Storia Contemporanea dell’Università Internazionale di Roma, con la presenza   del prof. cav. Pier Franco Quaglieni, presidente del ‘Centro Studi Pannunzio’, del  prof. Marco Cimmino, ricercatore storico, ed altri. Il ‘Comitato 10 Febbraio’  parla degli italiani perseguitati e uccisi al di là del nostro confine orientale a ricordo delle migliaia di italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia vittime per mano slava di eccidi.  La sede del ‘Comitato 10 Febbraio’ si trova a Roma presso la ‘Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice’,  in Piazzale delle Muse a Roma. Il professor Giuseppe Parlato che  presiede   la Fondazione annota che la stessa  è divenuta un luogo sempre più aperto  di dibattito e di approfondimento, sottolineando la sinergia con il ‘Comitato 10 Febbraio’ che  si batte per ricucire quelle pagine di storia nazionale che sono state strappate. Questa, è di fatto, una sinergia illuminante su episodi della nostra storia che ancora oggi non sono chiariti. L’inaugurazione della sede del Comitato è stata la cornice in cui è approdato nella capitale il docu-film di Alessandro Quadretti ‘L’ultima spiaggia. Pola fra la strage  di Vergarolla e l’esodo’, realizzato da Officinemedia in collaborazione con il Libero Comune di Pola in Esilio e con il sostegno di Simone Cristicchi e del Circolo di cultura istro-veneta ‘Istria’. La strage di Vergarolla  fu causata dall’esplosione di materiale bellico, avvenuta il 18 agosto 1946 sulla spiaggia di Vergarolla a Pola. L’esplosione provocò la morte di non meno di 80 persone. In quel periodo l’Istria era rivendicata dalla Jugoslavia di Tito, che l’aveva occupata fin dal maggio 1945. Pola invece era amministrata a nome e per conto degli Alleati dalle truppe britanniche, ed era quindi l’unica parte dell’Istria al di fuori del controllo jugoslavo. Le responsabilità dell’esplosione, la dinamica e perfino il numero delle vittime sono tuttora fonte di accesi dibattiti. L’inchiesta della autorità inglesi stabilì che gli ordigni furono deliberatamente fatti esplodere da persona o persone sconosciute. Negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale i territori a cavallo dell’allora confine orientale italiano furono al centro di una disputa,  ad un tempo stesso nazionale e politica, ultimo atto di un secolare conflitto fra italiani e slavi. La strage di Vergarolla è forse la più sanguinosa  fra quelle della nascente Italia repubblicana.  Sessantaquattro sono le vittime identificate e sepolte, ma furono  circa cento le persone ad essere spazzate via da quello che ancor oggi,  a fatica,  viene identificato come un attentato contro la popolazione italiana e, perfino dagli attuali vertici della Comunità italiana di Pola, viene derubricato a semplice incidente. Si può dire che l’attentato di Vergarolla,  costrinse la popolazione alla resa,  mentre   a Parigi erano in corso i negoziati per definire lo status dei territori italiani in Istria e in Dalmazia. L’italianissima Pola faceva sentire quasi quotidianamente la sua voce per rimanere parte integrante della Repubblica Italiana. Quella strage demoralizzò  i nostri  connazionali  fino alla firma del Trattato di Parigi (10 febbraio 1947) e all’esodo. Le tensioni internazionali del 1946 e le esplosioni con vittime nelle polveriere di Pola, che avvennero nei mesi precedenti, contestualizzano quel tragico 18 agosto, dopo il quale si fece sempre più concreta la volontà già espressa da centinaia di polesani di esodare qualora la città venisse, come avvenne,  ceduta alla Jugoslavia. L’esodo da Pola si accompagna alla speranza che nuove approfondite ricerche negli archivi civili e militari italiani, ex jugoslavi, inglesi e statunitensi possano contribuire a completare la ricostruzione di questa tragica pagina. Tutti gli indizi e la logica portano ad attribuire la responsabilità di Vergarolla all’Ozna, la polizia segreta di Tito, la quale può aver aggiunto questo crimine come   rappresaglia per quanto stavano attuando all’epoca i partigiani italiani. Su tali vicende, ed altre analoghe,   il ‘Comitato 10 Febbraio’,  e la ‘Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice’,  intendono sviscerare le vicende dal punto di vista storico e culturale. La Fondazione Ugo Spirito viene costituita a Roma nel 1981 grazie alla donazione, da parte della Signora Gianna Saba, vedova Spirito, dell’archivio e della biblioteca appartenenti al filosofo. Dal 1989 pubblica gli ‘Annali della Fondazione Ugo Spirito’. Attualmente il presidente della Fondazione Ugo Spirito è il prof. Giuseppe Parlato. All’attività di ricerca della Fondazione partecipano sia collaboratori interni, sia studiosi esterni. Tale attività, coordinata dalla Commissione Scientifica, si avvale dei fondi documentari conservati: oltre al fondo Spirito, la Fondazione possiede fondi bibliotecari e archivistici relativi alla storia del Novecento. Valorizzando tale patrimonio la Fondazione organizza convegni e seminari e sviluppa la sua attività editoriale. A partire dal mese di ottobre 2011, la denominazione della Fondazione è cambiata in ‘Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice’, in considerazione del fatto che lo storico romano è stato presidente della Fondazione dal 1992 al 1996, anno della sua scomparsa.  Rievocare la suggestione di questo  mondo perduto con contenuti  connessi a doppio filo con la storia del Confine Orientale è, ad esempio,  l’intento dei ‘Dessert delle Muse’, il ciclo di incontri promosso dalla ‘Fondazione Ugo Spirito-Renzo De Felice’, dal ‘Comitato 10 Febbraio’ e dalla ‘Associazione Ideco’. Di fatto parliamo di un ‘Caffè letterario’, tempio laico di cultura,  testimone di intere epoche dove ci si incontrava per discutere di  giornalismo, arte, legge, cultura e politica. Lo scorso 8 novembre si è tenuto il primo incontro dove sono stati presentati i libri  ‘Le Stelle Danzanti’  e ‘Eleonora Duse e le donne di Cultura Fiorentina’, nell’ambito della serata ‘L’Amore e l’Ardire’.  Il format proseguirà a cadenza mensile con esclusive serate culturali dai contenuti eterogenei.  La volontà è quella di ridare vita ad un salotto culturale nel quale potersi incontrare, dibattere con gli autori e godere di arte, teatro, letteratura e  storia.

Roberto Cristiano

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