La pura e folle eresia di Monsignor Charamsa

Monsignor Krzysztof Charamsa, il sacerdote polacco dello scandalo, allontanato dal Vaticano dopo aver dichiarato di essere gay, parla e lo fa in un’intervista a ‘Domenica Live’ su Canale 5. Dietro di me, dice Charasma, non c’è nessuna lobby. Ho conosciuto sacerdoti omosessuali, spesso isolati come me, ma non una lobby. La Chiesa ha tra i suoi ministri sacerdoti omosessuali che non possono essere trattati come sono trattati ora. La legge interna alla Chiesa che vieta l’ordinazione sacerdotale agli omosessuali mi ricorda le peggiori leggi del passato. Ho detto alla mia Chiesa chi sono in un gesto di disperazione e questo gesto precedeva il Sinodo, ed io chiedevo alla mia Chiesa di non perdere più tempo. Ormai la mia vita personale non è più un problema. Io sono fedelissimo al celibato perché il celibato si riferisce all’impossibilità di avere moglie, ed io non ho mai toccato una donna, aggiunge provocatoriamente. Poi conclude: ‘Siate liberi, val la pena, dobbiamo essere coerenti con noi stessi sulla terra per vivere in eterno. Dio ci ama così come siamo. Sarebbe troppo facile ricordare che, fin dal momento del concepimento, ogni persona è maschio se possiede la coppia cromosomica XY, femmina se possiede la coppia XX; non solo ogni persona è maschio o femmina dall’origine, ma nella sua totalità corporea, dato che ogni cellula del suo corpo possiede la coppia cromosomica che ha determinato il sesso. Tuttavia, l’identità sessuata non si esaurisce nella realtà corporea, ma comprende anche tutte quelle caratteristiche personali che afferiscono all’area relazionale, psicologica, emotiva, sociale e che gli ideologi del gender vorrebbero separate dal sesso biologico. In soldoni, non esiste il terzo sesso, il sesso gay. Uomo e donna si nasce e fin dalle origini questo è convenuto ed accettato. Senza approfondire troppo questi aspetti basterà ricordare padre Amorth, notissimo esorcista, che fornisce una chiave di lettura legata all’accettazione di queste realtà, realtà gay, con le quali bisogna essere ‘misericordiosi e accoglienti’. Nulla di più. Cosa che raccoglie anche l’accoglienza di Papa Francesco. Il monsignor Charasma fa la star, interviene a trasmissioni televisive, sfruttando il suo coming aut, perdonatemi, per fini terribilmente materiali. A mio avviso, Monsignor Charasma si doveva svestire dei suoi abiti religiosi e spirituali ridiventando laico. Che esistano sacerdoti omosessuali non è una scoperta. E’ ben diverso affidare il proprio figlio ad un sacerdote gay che non fa mistero delle sue inclinazioni. Pensando al monsignor polacco mi viene spontaneo ad associarlo ad una ‘pura e ragionata follia’. Charamsa spiega poi di assumersi tutte le responsabilità e le conseguenze dell’aver presentato pubblicamente il proprio partner, ma racconta di essere felice e dice: ‘Credo che in questo passo, duro e sofferto, Dio stia accanto a me’. Charamsa, anche se non fosse gay ma etero, avrebbe comunque pronunciato un voto di castità. Se vuole che la sua contestazione abbia un senso, è al superamento del celibato ecclesiastico che doveva puntare. Ma non facendone un caso personale ed agire come se non lo riguardasse. È un uomo fatto, un teologo e per dare un senso adulto e razionale al suo outing non doveva parlare soltanto per sé ma a nome di tutti i sacerdoti che hanno il problema col celibato. Doveva rivendicare il diritto a una vita sessuale libera e pubblica per tutti i sacerdoti che la vedono come lui, invece di esibirsi sui giornali per tendere un agguato alle gerarchie vaticane, al momento, in parte, tramortite dalle apertura di Francesco I ai divorziati, ai gay e persino agli atei. Francesco, deve essersi detto il teologo polacco, ha destato tutte queste speranze e adesso non oserà dire ‘vade retro’ all’outing dei sacerdoti gay. Invece il Papa, che apre alle coppie ferite, non apre ai sacerdoti gay, e il vade retro è stato pronunciato: ‘Krzysztof Charamsa lascia tutti i suoi incarichi in Vaticano’. Un ‘vade retro’ forte e chiaro. Negli Stati Uniti, tra un bagno di folla e l’altro, il papa aveva discretamente ricevuto Kim Davis, l’impiegata pubblica che aveva rifiutato di sposare una coppia gay in Kentucky. Io non so se sia difficile da capire, perché potrebbe, con il tempo, passare l’addio al celibato, permettendo ai sacerdoti di avere una moglie, ma non potrà mai passare l’addio al celibato per una coppia gay. Sarebbe una pura bestemmia, una spruzzata di fango sulla religione e sul matrimonio tra uomo e donna. Una pura eresia che sicuramente raccoglierebbe il plauso non di Gesù, ma di Harimane, volgarmente conosciuto come ‘Avversario…’.

Roberto Cristiano

 

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