La procura di Milano vuole fare luce sul rapporto tra Casaleggio e Philip Morris

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo contro Casaleggio. O meglio contro ignoti. Ma contro ignoti della Casaleggio Associati. Per ora è informativo: i magistrati devono capire di quale natura fosse in realtà il rapporto tra Casaleggio Associati e Philip Morris. Fino a oggi, chi ha provato a chiederlo ha trovato le porte chiuse, sbarrate. Al giornalista de Le Iene che si è presentato con le telecamere nella sede milanese per chiedere quali prestazioni sono state rese per oltre 2 milioni di euro in tre anni, il fondatore del M5S ha letteralmente chiuso la porta in faccia, incaricando l’agenzia Visverbi (l’ufficio stampa di Casaleggio ha un nome che tradotto dal latino significa: “forza della parola”) di girargli via mail un no comment: «In risposta alla domanda del vostro giornalista Antonino Monteleone ribadisco che per policy aziendale Casaleggio Associati non parla dei propri clienti così come non entra nel merito delle attività di consulenza che vengono svolte».

‘Garantismo non significa lasciare le cose come stanno e chiudere gli occhi di fronte a vicende poco chiare come quella tirata fuori da Il Riformista, delegando al potere giudiziario il compito di modificare lo stato di cose esistente. La politica non può, non deve, chiamarsi fuori, quando lo ha fatto sono successi disastri. Questo discorso vale per tutti, anche per il Movimento 5 Stelle». Ha diviso la sua vita pubblica tra l’impegno accademico e quello politico, ricoprendo in ambedue gli ambiti incarichi di grande prestigio e responsabilità’, osserva Luigi Berlinguer. 

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