Il Pd riunisce la direzione che si chiude con l’approvazione di un documento che racchiude un sostanziale “sì” al governo Draghi. Con una maggioranza, specificano i dem, che comprenda le forze europeiste, “liberali, moderate, socialiste, presenti in Parlamento”. Una sottolineatura che sembra escludere la Lega mentre non ci sarebbero problemi per l’ex nemico numero uno di una volta, Silvio Berlusconi. Un tempo pericoloso dittatore per la sinistra ed oggi statista apprezzato.
Il Pd mette dunque già veti contro Matteo Salvini, almeno stando a quanto dichiarano esponenti come Laura Boldrini: “Mai con la destra sovranista”. Alla quale si aggiunge Andrea Marcucci che non vede “le condizioni per un appoggio al governo che sta nascendo” da parte “del campione in Europa della lotta sovranista contro il Recovery plan”, ovvero Salvini. Il capogruppo del Pd al Senato lo afferma in un’intervista al Foglio.it.
Mario Draghi è stato scelto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per provare a formare un governo ed evitare di sciogliere le Camere per poi andare al voto. Considerando l’attuale composizione del Parlamento, però, un Esecutivo guidato dal numero uno della Banca centrale europea otterrebbe la fiducia solamente nel caso in cui Movimento 5 Stelle o Lega lo appoggiassero in maniera massiccia. La partita si giocherà nelle consultazioni tra Draghi e le delegazioni dei partiti.
Nella serata di giovedì 4 febbraio il vice segretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, ha definito Mario Draghi “un fuoriclasse”. La stima che l’ex sottosegretario nutre nei confronti del presidente incaricato è di lunga data, ma averla esplicitata nelle ultime ore apre alla presenza del Carroccio nel nuovo governo.
Sul tema è intervenuto, il giorno dopo, il segretario Matteo Salvini : “Se ci sono spazi per aiutare milioni di italiani noi ci siamo – ha detto ai giornalisti. Anche con dei nostri ministri? Se ci siamo, ci siamo: non facciamo le cose a metà. Se non ci siamo collaboriamo come opposizione come abbiamo fatto in questo anno e mezzo”.
Poi un passaggio sul Movimento Cinque Stelle: “Vuol far decidere agli iscritti di Rousseau? Auguri. Noi decidiamo parlando e non sulle piattaforme, ma comunque ognuno fa quel che crede”.
L’ipotesi di un ingresso della Lega nel nuovo governo Draghi è senz’altro un tema assai dibattuto all’interno del Partito democratico. Il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, ha dichiarato al Corriere della Sera che quello guidato dall’ex presidente della Bce sarebbe un Esecutivo “che non ha un perimetro politico perché questo è un governo del presidente della Repubblica”.
Sergio Mattarella “ha chiesto di rispondere alle emergenze del Paese, ossia non disperdere i fondi del Next generation e rispondere all’emergenza sanitaria e vaccinale”.
“Se la politica vuole fare un salto di qualità questo è il momento – ha concluso -: ognuno risponderà per sé senza porre veti o paletti. Però chiaramente il programma di Draghi dovrà scegliere fra politiche senz’altro diverse. E questo credo sarà lo spartiacque”.