La Peroni finisce in mano giapponese

Un’altra ‘bionda’ italiana, forse, emigra. Il produttore di birre giapponese Asahi Group Holdings punta infatti ad acquistare la bionda italiana Peroni, leader per decenni nel settore della birra. Asahi, secondo quanto riporta il quotidiano giapponese Yomiuri, dovrebbe presentare un’offerta probabilmente già la prossima settimana per acquistare i marchi Peroni e l’olandese Grolsch di proprietà di SabMiller. Il prezzo totale dovrebbe aggirarsi intorno ai 3,12 miliardi di euro (400 miliardi di yen). La vendita dei due marchi è voluta da AbInbev come condizione per il closing con SabMiller. La Peroni, nata nel 1846 a Vigevano, rappresenta uno dei marchi più solidi della nostra industria. Trasferitasi a Roma, ebbe nel Novecento filiali e fabbriche in tutta Italia. Durante la guerra la società mise a disposizione di chi aveva bisogno l’acqua dei pozzi in suo possesso. Dopo la guerra, negli anni del boom economico, la Peroni puntò sulla pubblicità, utilizzando tra l’altro testimonial del calibro di Mina, Ugo Tognazzi, Renzo Arbore e moltissimi altri, anche se gli italiano ricordano certamente bene la prima, la splendida modella e attrice tedesca Solvi Stubing,   della quale è indimenticabile il suo ‘chiamami Peroni, sarò la tua birra’. Il gruppo Asahi, noto per l’omonima birra che probabilmente molti consumatori italiani hanno imparato a conoscere, visto che si è diffusa di pari passo con i ristoranti di sushi e cucina asiatica, potrebbe così mettere a segno la più grande acquisizione mai realizzata da una compagnia giapponese nel settore delle bevande. Supererebbe di una manciata di milioni l’acquisizione da parte di Kirin Holdings dell’australiana Lion Nathan, nel 2009. Peroni, insieme alla Grolsch, è finita sul mercato da quando Anheuser Busch InBev ha trovato l’accordo con la SabMiller per l’acquisizione di quest’ultima con un piano da oltre 100 miliardi di dollari. La birra nata a Vigevano nel 1864, quando ancora si era nel Regno di Savoia, era entrata a far parte del gruppo sudafricano (SabMiller) ormai dal 2003. Per sfoltire l’immenso portafoglio che si crea con la fusione dei due colossi, il management si è messo subito alla ricerca di potenziali acquirenti. Nel piano ricostruito da Reuters, Peroni e Grolsch sono considerati due marchi piccoli ma ‘premium’ e quindi appetibili dal mercato. ABInBev sarebbe disposta a sacrificarli per non incorrere in possibili questioni di concorrenza sul mercato europeo, dove il portafoglio di birre già include Corona e Stella Artois. Le compagnie giapponesi, al di là della birra, confermano la loro dinamicità fuori dai confini nazionali. E’ appena il caso di ricordare che da pochi mesi la Nikkei, il maggior editore finanziario del Sol Levante, ha comprato il ‘Financial Times’ in un’operazione da 1,3 miliardi di dollari. Di nuovo nelle bevande, Suntory ha preso il produttore di whiskey Beam inc. per la bellezza di 16 miliardi, nel 2014.

Cocis

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