La nuova Protezione Civile finanziata con l’aumento della benzina: +5 cent a litro

La nuova protezione civile ipotizzata dal governo di Mario Monti sarà finanziata con l’aumento dell’accisa sui carburanti. Al momento della dichiarazione dello stato di emergenza la benzina può immediatamente aumentare di 10 centesimi a litro. La nuova ‘stangatina’ per i contribuenti italiani è equamente divisa tra Consiglio dei Ministri e Regioni. Cinque centesimi a ‘ente’, è la nuova gabella prevista nel progetto preliminare approvato oggi dall’esecutivo tecnico. Nella nota di palazzo Chigi, a conclusione del Cdm, è scritto che nel “momento della dichiarazione dello stato di emergenza si provvede al fabbisogno finanziario utilizzando le risorse del fondo nazionale di protezione civile”. E fin qua nulla di ‘anomalo’. I problemi, per gli automobilisti, nascono nel caso in cui venga utilizzato anche il fondo spese impreviste. In questo caso, evidenzia il comunicato stampa del governo, “lo stesso (fondo spese, ndr) è immediatamente e obbligatoriamente reintegrato con risorse ordinarie e/o con le maggiori entrate derivanti dall’aumento dell’accisa sui carburanti, stabilita dal Consiglio dei Ministri in misura non superiore a cinque centesimi per litro”. A questo aumento ‘statale’ si aggiunge anche quello delle regioni. “Al momento della dichiarazione dello stato di emergenza, inoltre, le Regioni hanno facoltà di elevare l’imposta regionale sulla benzina di loro competenza sino al massimo di cinque centesimi per litro”. Non si discute la necessità di avere una protezione civile efficiente che possa immediatamente agire in caso di calamità naturali. Questa nuova efficienza ha bisogno, certamente, di fondi. Ma il governo di Mario Monti avrebbe potuto trovare delle strade alternative. Con la benzina ormai vicinissima ai due euro a litro questa nuova stangatina sugli automobilisti non ci voleva proprio. L’esecutivo tecnico avrà però del tempo per cambiare idea. Il testo della riforma della protezione civile è stata approvata solo in via preliminare e sarà verrà finalizzata dal Consiglio dei Ministri dopo l’esame da parte della Conferenza Unificata che si terrà il 19 aprile. Giorni preziosi per evitare una futura impennata dei costi dei carburanti ce ne sono ancora. Bisognerà vedere se il governo dei professori sarà sensibile alle lamentele di automobilisti e di categorie di consumatori che già sono pronti a ribellarsi contro questi nuovi ‘probabili’ aumenti.

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