La neve non da tregua. Marche ed Emilia le zone più colpite

L’ Emilia Romagna e le Marche sono le regioni italiane, in cui la neve sta creando i maggiori problemi. Un parziale miglioramento è comunque atteso per donami. Oggi è anche nel Nord est dell’Italia, in Toscana e buona parte del centro. Mentre per Roma l’emergenza pare passata: l’aeroporto di Fiumicino è tornato alla piena operatività stamattina dopo le cancellazioni di ieri e domani riaprono le scuole. Nella capitale resta però il divieto di circolazione per i ciclomotori ed è ‘consigliato’ di tenere catene a bordo. Si circola in treno sulla rete di Ferrovie dello Stato, ma sempre in base al Piano neve, che prevede riduzione dei treni e della velocità per ragioni di sicurezza. Autostrade riferisce che ci si muove da Nord a Sud e da Est a Ovest del Paese senza interruzioni, malgrado le precipitazioni nevose: duemila i mezzi messi in campo e 5.000 gli operatori.
Intanto altri due casi si aggiungono al bilancio delle vittime attribuibili al freddo: nei pressi di Modena un uomo di 88 anni è rimasto carbonizzato nella sua abitazione con ogni probabilità a causa del malfunzionamento di una stufa. A Parma è morta quasi sicuramente per il freddo una donna di 61 anni, Graziella Boschesi, che era bidella in un liceo della città: aveva solo una piccola stufetta per tentare di scaldarsi.

In Romagna – dove stamattina, nella provincia di Forlì-Cesena – è stata anche registrata una scossa di terremoto di magnitudo 3,3 – è continuato a nevicare e cresce il il numero delle famiglie residenti in piccole frazioni costrette a lasciare le loro case per le forti nevicate di queste ore.

Secondo la Protezione civile dell’Emilia-Romagna, da venerdì sera a questa mattina sono già 400 le persone accolte in centri, alberghi e istituti messi a disposizione per l’emergenza. Nevicate forti anche nelle Marche, dove alle difficoltà della popolazione, agli innumerevoli crolli di capannoni, si aggiungono danni al patrimonio artistico. Ad Urbino è crollata la volta reale della chiesa dei Cappuccini. Nella città marchigiana la situazione è critica: anche l’erogazione dell’acqua è a rischio, secondo quanto ha reso noto la Megas, la società che gestisce i servizi idrici nella provincia.

Il maltempo – stimala Coldiretti – è costato fino ad ora almeno 1,5 miliardi all’intero sistema produttivo tra i danni causati ed il fermo delle attività nel settore agricolo, industriale e dei servizi, anche pubblici. Ovvero: in soli dieci giorni è stato bruciato lo 0,1 per cento del Pil realizzato dal Paese in un anno.

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