La jihad mette paura alla Francia dopo i tre giorni di terrore

Una nuova riunione di crisi sui sanguinosi fatti di questi giorni è in corso all’Eliseo con il presidente francese Francois Hollande. L’incontro vuole fare il punto su quanto successo e sulle misure di sicurezza ancora in atto, ed evocare i prossimi appuntamenti, a cominciare dalla marcia di domani. Sono presenti il Premier Manuel Valls, i ministri della Difesa Jean-Yves Le Drian, dell’Interno Bernard Cazeneuve, della Giustizia Christiane Taubira e della Cultura Fleur Pellerin, oltre a rappresentanti dei servizi di sicurezza. I tre giorni più lunghi per la Francia, cominciati con la strage in redazione a Charlie Hebdo e finiti con un doppio, simultaneo assalto dei reparti speciali francesi, si sono conclusi con molto sangue. Sono stati uccisi i tre terroristi, che hanno inneggiato ad al Qaida e all’Isis, morto un loro probabile fiancheggiatore. Morte anche quattro persone, ostaggio in un supermercato di prodotti kosher. In un messaggio dal Cairo, Al Qaida in Yemen (Aqap) ha rivendicato l’azione, organizzata per vendicare il profeta Maometto, mentre su Youtube uno dei responsabili di Aqap, Harith gin Ghazi, ha chiesto alla Francia di smettere di attaccare l’Islam o ci saranno nuovi attentati. E’ ancora ricercata Hayat Boumedienne, 26 anni,  la compagna di Amedy Coulibaly, 32 anni, il sequestratore del negozio kosher di Parigi ucciso nel drammatico blitz delle forze speciali. Il giallo riguarda la sua presenza nel negozio kosher: secondo fonti di polizia citate dalla Cnn sarebbe riuscita a sfuggire al blitz delle forze speciali, mentre quelle citate da Le Monde escludono la sua presenza nel locale. I due sono legati sentimentalmente dal 2010, e la ragazza andò a prendere Coulibaly all’uscita dal carcere. Da quel momento i due hanno iniziato a vivere insieme. Anche Boumedienne è stata interrogata dall’antiterrorismo nel 2010 e secondo Le Monde avrebbe detto alla polizia che nel corso di una visita a Beghal a Murat il gruppo si sarebbe allenato al tiro con la balestra. Gli Usa hanno lanciato un’allerta globale sui viaggi degli americani dopo i recenti attentati in Francia, Australia e Canada. E’ quanto si legge in una nota del Dipartimento di Stato dove si avvisa i cittadini a mantenere “un alto livello di allerta” e di “prendere dovute misure per aumentare la loro sensibilizzazione alla sicurezza.  Nell’allerta il Dipartimento di Stato sostiene che gli attacchi contro gli americani stanno diventando sempre più diffusi. Il Dipartimento cita anche un aumento del rischio di ritorsioni contro gli Stati Uniti e obiettivi occidentali a seguito dell’intervento della coalizione guidata dagli Usa contro i jihadisti dello Stato islamico in Siria e Iraq. Nella nota di avviso, viene anche ricordato il recente attacco in una caffetteria di Sydney, dove sono morti due ostaggi e l’attentatore, e l’attacco, nell’ottobre scorso, al Parlamento del Canada ad Ottawa, nel quale è morto un soldato. “Je Suis Charlie” arriva anche nella Nba. Il cestista dei Washington Wizards, Kevin Seraphin, nato nella Guyana francese, si è presentato in campo prima del match contro i Chicago Bulls, indossando una maglia nera con la scritta bianca “Je Suis Charlie”. Il giorno prima è stata la volta del cestista francese dei Portland Trail Blazers, Nicolas Batum, che ha mostrato una maglia simile prima della partita contro i Miami Heat. “Je Suis Charlie”, è diventato uno slogan in tutto il mondo per mostrare solidarietà con Charlie Hebdo, il settimanale satirico di Parigi, oggetto dell’attacco terroristico di mercoledì scorso.

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