La crisi che sta strangolando l’Europa e l’Italia è frutto di una politica di austerità che non ha mai funzionato

E’ giudizio ormai condiviso unanimemente dalla grande finanza internazionale e persino da quella speculativa che la crisi recessiva che attanaglia il vecchio continente, sia figlia di una politica di austerità che non ha mai funzionato e vanno quindi rivisti i trattati su cui si regge l’Unione, essendo ormai gli stessi inadeguati rispetto al nuovo quadro delle economie e delle politiche internazionali. A questa complessa situazione va aggiunta la grave patologia da cui l’Euro è stato afflitto sin dalla sua nascita e che volutamente non è stata trovata cura adeguata, forse, per favorire la nascita di un nuovo stato quale sarebbe di lì a poco tempo diventato la Germania dopo la caduta del muro di Berlino, tutti lo sanno ma nessuno lo può o vuole ammettere. Si può tranquillamente affermare che l’UE si regge su di una sorta di contratto unilaterale in cui l’offerta è imposta dagli stati creditori agli stati debitori e si sostanzia in una serie di direttive e regolamenti che se non accettati è la fine. Del resto la nostra Italia che non riesce più a determinare in modo autonomo il proprio destino politico è figlia della degenerazione di questa Europa. Vanno, quindi, necessariamente rivisti ed aggiornati i trattati costitutivi, rendendoli più snelli e frutto di scelte politiche e non mere decisioni dei burocrati della BCE che ha ridotto alcuni stati a semplici esecutori di essa senza la ratifica degli stessi con conseguente diminutio della sovranità. Quindi meno dirigismo a livello centrale europeo e meno statalismo a livello di stati singoli se non nei settori strategici ed in quelli di protezione dello stato sociale. Ci sarebbe bisogno di un ritorno ad una sorta di economia mista in cui lo stato nei settori di cui sopra accennato torni ad imprenditore favorendo l’occupazione e tutelando lo stato sociale, beninteso però, dopo aver proceduto a tutte quelle riforme che eliminano l’eccesso della burocrazia e si taglino gli sprechi della PA. Questo però non vuol dire statalismo così come vorrebbe parte della sinistra italiana che così facendo ha fatto dell’Italia un Paese obsoleto in gran parte dei suoi organi costituzionali. Quindi la crisi che ha colpito l’Europa e l’Italia non è il frutto degli speculatori senza scrupoli, ma è il risultato di scelte politiche sbagliate, che hanno creato le regole che hanno permesso agli speculatori di operare; come dice Soros:”Gli speculatori sono dei semplici messaggeri di cattive notizie”.

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