“Nel primo semestre 2024 l’attuazione del Pnrr prosegue in linea con la programmazione”. A certificarlo è la Corte dei Conti nella propria relazione semestrale sul Piano, nella quale i giudici contabili scrivono anche che “segnali positivi provengono anche da un esame più complessivo del Piano”. Dunque, un’ennesima promozione del lavoro del governo, che mette a tacere critiche e allarmi lanciati dall’opposizione.
La Corte dei Conti, sulla base delle rilevazioni di metà marzo, ha registrato che “tra gli obiettivi ancora da conseguire le Amministrazioni titolari assegnavano solamente a 2 scadenze un grado di complessità attuativa alto”. Inoltre, sui soli 15 investimenti per i quali sono state segnalate difficoltà attuative (il 7% delle misure da completare) sono stati “già avviati – scrivono i giudici – i necessari correttivi. In poco più della metà delle misure censite” il tasso di attuazione della spesa rispetto al cronoprogramma si colloca “in una fase ancora iniziale, sebbene gli attuatori abbiano ricevuto pagamenti molto superiori al cronoprogramma di spesa 2020-2023”, scrive ancora la Corte, sottolineando che dunque la liquidità non è un ostacolo e il tasso di spesa basso “può essere dovuto o ad una concentrazione della spesa nella seconda parte del piano”, o a problematiche attuative di altro genere come le procedure amministrative.
Per quanto riguarda i lavori pubblici si parla di finanziamenti per 12,6 miliardi, per i quali sono state bandite gare per 6,4 miliardi, dei quali 3,6 miliardi sono stati aggiudicati. Focus anche sul nuovo capitolo del Pnrr, RepowerEu, dedicato al clima, rispetto al quale la Corte dei Conti valuta come “positivo l’utilizzo dell’incentivazione diretta alle imprese, sia per la garanzia di spesa che offre questo tipo di strumento, sia per il riconoscimento del ruolo diretto che queste ultime rivestono per il processo di transizione”. Le proiezioni “confermano la possibilità di proseguire il percorso virtuoso di riduzione dei consumi energetici”.
Bene anche l’attuazione delle 61 misure per ridurre i divari di genere e generazionali, anch’esse in linea con i programmi. “A febbraio 2024, la distribuzione dei progetti già finanziati (28,3 miliardi, circa il 68,5% delle risorse a disposizione) risulta rispondente alle esigenze dei territori, con una maggior concentrazione nel Mezzogiorno, dove i divari di genere e tra generazioni risultano più elevati”, si legge nella relazione.