L’orgoglio dopo la paura, un pari che non spegne il sogno del Napoli

L’avevano fatto passare per schiacciasassi implacabile e spietato, ma il Bayern al San Paolo s’è fermato. Eppure l’inizio è stato da incubo, l’entusiasmo del San Paolo, grondante passione e sostegno, è stato gelato dall’incursione di Kroos che ha portato i bavaresi in vantaggio. Il silenzio è calato su Fuorigrotta, presagi sinistri si sono fatti strada di punto in bianco. “Ma allora questi sono veramente dei mostri?”, la domanda che volteggiava, e di fatto il Napoli non ha avuto una grande reazione, la squadra sembrava spenta, impotente, intimorita. Il Bayern sciorinava un gioco corale e organizzato, faceva sentire il peso della sua autorevolezza e del suo predominio, gli azzurri davano l’impressione di essersi già arresi cedendo alla rassegnazione. Mancavano quei guizzi che ci si aspettava di vedere, ma bisognava assolutamente scuotersi. Non era possibile che il Bayern venisse a passeggiare a Napoli davanti a 60mila tifosi, doveva affiorare un po’ d’orgoglio, ma intanto il primo tempo volgeva al termine senza che uno squillo degno di nota si registrasse tra le fila dei partenopei. Poi d’un tratto Inler ha fatto scattare Maggio sulla destra, Lahm è stato incenerito dallo sprint dell’azzurro e i tedeschi hanno capitolato con Badstuber costretto a tradire il suo portiere. Fuorigrotta è esplosa, la gioia si è impadronita del San Paolo, proprio quando si temeva il peggio, un bagliore ha acceso la situazione, nel momento più delicato il monologo tedesco è stato interrotto da un Napoli che reclamava spazio, voleva ritagliarselo, un Napoli fatto per essere protagonista. Non poteva accettare di subire senza accennare ad una reazione, è arrivata all’improvviso una riscossa. Senza preavviso così, quasi proditoria, neanche il Bayern se l’aspettava evidentemente, non c’erano stati grandi segnali di ripresa, gli azzurri se ne stavano lì senza creare grossi pericoli ma senza neanche sbracare, quando di punto in bianco è stato devastante. Addirittura nelle ultime battute del primo tempo, c’è stato un mezzo assedio degli uomini di Mazzarri che sono andati negli spogliatoi accompagnati dagli applausi. Così è successo anche a fine partita, nonostante l’abbaglio, la topica, la nefandezza, non si sa come si possa definire ciò che ha fatto l’arbitro quando ha assegnato un rigore inesistente agli ospiti. Si stava per consumare una beffa cocente. Ma dal dischetto Gomez è stato ipnotizzato da De Sanctis che ha evitato che si materializzasse una clamorosa ingiustizia. E, ad onor del vero, anche il Napoli poteva beneficiare di un rigore sacrosanto nel primo tempo per un braccio evidente di Schweinsteiger non visto dall’arbitro. Il Napoli, dunque, poteva essere vittima di una clamorosa ingiustizia, chissà che effetto fa questo Bayern agli arbitri, sempre generosi con la squadra tedesca che, dopo aver fatto la voce grossa nel primo tempo, nella ripresa si è limitata ad un possesso palla sterile. Negli azzurri hanno steccato ancora una volta i tre tenori, avulsi dal gioco, Cavani è stato praticamente assente, Lavezzi non ha mai fatto un guizzo dei suoi, Hamsik non ha mai preso iniziativa, ad eccellere è stato Maggio, indipendentemente dal fatto di aver propiziato il gol, è stato l’unico a creare ambasce a Lahm con Ribery costretto a retrocedere per limitare le avanzate dell’ex doriano. Il Napoli nel primo tempo è stato rinunciatario entrando in soggezione di fronte alla forza della squadra di Heynecks, poi è stato scosso dalla progressione di Maggio che ha punito gli avversari. Chissà, forse l’errore iniziale che ha messo subito la gara in salita, ha un po’ paralizzato gli azzurri, sta di fatto che per come si era messa la partita, tutto faceva pensare ad una serata da dimenticare, invece il cuore e l’orgoglio sono venuti fuori proprio quando era necessario facendo sì che il sogno prosegua e possa essere accompagnato sempre da fiducia, entusiasmo e convinzione. Certo non si è visto un Napoli brillante e determinato come quello di Manchester, questo è sicuro, ma si è ancora in corsa per la qualificazione, e considerando l’iniziale scetticismo, su questo aspetto si può essere soddisfatti.

Maurizio Longhi Corriere del Pallone

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