L’Aquila tre anni dopo: fiaccolata per non dimenticare

Sono passati tre anni dal tremendo terremoto che distrusse l’Aquila, e la vita non è più nei centri storici,dove fino al 6 aprile 2009 si svolgeva regolarmente. Oggi,su una popolazione di oltre 72 mila residenti, 21.791 vivono ancora in alloggi a carico dello Stato. Oltre 7 mila persone abitano nei Moduli Abitativi Provvisori,ossia le casette di legno,573 nelle case in affitto concordato con la Protezione Civile, 630 attraverso il fondo immobiliare. Ci sono ancora 314 persone in albergo e nella caserma della Guardia di Finanza.

Ma la perdita della casa non è il solo dramma. Gli effetti del terremoto si sommano alla generale crisi economica e il risultato è il collasso. Aziende piccole e medie chiudono, fanno fatica ad andare avanti i pochi locali che hanno riaperto nel centro disabitato dell’Aquila, dove gli unici passanti sono i “turisti delle macerie” o qualche aquilano nostalgico,perché le case,gli uffici,i luoghi della cultura e di ritrovo ormai sono il passato.

Migliaia sono le persone che stanotte hanno partecipato alla silenziosa e affranta fiaccolata della memoria,che dalla fontana Luminosa, attraverso un centro ferito e dolorante,ha raggiunto piazza Duomo,luogo simbolo della difficile ricostruzione post-terremoto,per ricordare le 309 vittime del sisma che il 6 aprile del 2009, alle 3.32, ha distrutto il capoluogo abruzzese e altri 56 paesi vicini. Gli aquilani non erano soli,erano presenti anche “volti noti” come Gianni Letta e il ministro per la Coesione territoriale,Fabrizio Barca,inviato speciale per la Ricostruzione dal premier Mario Monti. Barca è apparso commosso. Pioggia a intermittenza,quasi a ricordare che il sole è ancora lontano da venire per L’Aquila e la sua gente che attendono la partenza dei lavori veri,la rinascita. In testa al corteo i familiari delle vittime con le foto dei cari perduti,sorridenti,pieni di speranza,ignari di ciò che la vita avrebbe loro riservato. Nel pomeriggio i riti religiosi. Ed i messaggi pieni di calore del presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano,e dei presidenti di Senato e Camera,Renato Schifani e Gianfranco Fini.

 

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