epa05543230 Italian Prime Minister Matteo Renzi give his closing press conference at the end of the EU's informal summit of the 27 heads of state or governments, in Bratislava, Slovakia, 16 September 2016. European Union leaders met to discuss a new strategy and future of the European Union after the recent Brexit referendum in Britain. EPA/FILIP SINGER

Italicum, oggi voto sulle mozioni. C’è testo comune

Oggi a Montecitorio esame  delle mozioni riguardo la legge elettorale con la maggioranza che deve trovare la quadra che confermi la disponibilità ad accettare le modifiche.  Chiedendo l’abrogazione per profili di incostituzionalità dell’Italicum, Sinistra Italia ha gettato il sasso nello stagno di una riforma dell’Italicum che in tanti ora vorrebbero. Ma la votazione di oggi, che in ogni caso impegnerà il Parlamento e non il governo, è in realtà poco più di una misurazione delle forze in campo e degli equilibri per eventuali modifiche. ‘La cosa importante è che la legge elettorale non riguarda il referendum costituzionale. Se l’Italia vuole fare la sua parte ben vengano le discussioni interne, siamo pronti ad ascoltare tutti, ma poi l’Italia deve fare sentire la sua voce in questi consessi dove si parla di questioni importanti per il futuro della gente’, ha sottolineato il premier. Con una proposta che sa un pò di provocazione, M5s boccia l’Italicum e chiede un sistema proporzionale con le preferenze. Il movimento di Beppe Grillo  chiede un proporzionale con preferenze e circoscrizioni medio-piccole che, oltre a garantire rappresentatività e vicinanza agli elettori, favorisca l’aggregazione fra le forze politiche piccole e medio-piccole. Una proposta, ribattezzata ‘Democratellum’, che un democristiano doc come Beppe Fioroni rivendica come la sua da sempre e che potrebbe piacere a partiti di piccole dimensioni territoriali. Una mossa alla vigilia del voto, nota Renzi:  ‘Non so se le sindache grilline sono d’accordo con l’abolizione del ballottaggio ma noi siamo disponibili a cambiare, ora aspettiamo Berlusconi e Salvini’, che da Ny  tende la mano,  convinto che niente si muoverà prima del referendum. In questo senso spiazza l’uscita dei 5 Stelle, finora decisi a chiudere la porta a qualsiasi volontà di modifica.  I renziani vanno all’attacco: ‘Tanto rumore per nulla, il M5s vuole il ritorno alla prima Repubblica’. Il Pd, stretto tra le forze centrifughe della maggioranza e centripete della minoranza, deve accantonare l’idea di non presentare alcuna mozione e di bocciare quelle delle opposizioni. Davanti all’intenzione del partito di Angelino Alfano di presentare una mozione che introduce le preferenze ed il premio alla coalizione, con una serie di riunioni, il Pd ha accolto la proposta di una mozione comune di maggioranza, che non avrà indicazioni nel merito. I bersaniani, invece, si sfilano da qualsiasi tentativo di intesa sulle mozioni e depositerà a breve al Senato la sua proposta del Mattarellum 2.0. La minoranza dem, a quanto si apprende, non voterà oggi alcuna mozione nè quella di Si,  nè quella di maggioranza, convinta che si tratti solo di intenzioni generiche. Renzi, come detto,  aspetta le posizioni di Berlusconi e Salvini per fare le modifiche: ‘Avverto una certa sproporzione tra le grandi questioni che riguardano il futuro dei cittadini, qui al palazzo di Vetro, e le piccole vicende quotidiane che tanto appassionano soprattutto la classe politica più che i cittadini. C’è uno squilibrio molto forte. Qui si parla di futuro e di ricerca, dall’altro lato delle regole del gioco e di come essere eletti di nuovo.  Ma io non voglio minimizzare: siamo aperti ai cambiamenti, totalmente disponibili’.

Roberto Cristiano

 

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