Italicum, minoranza Pd insiste per modifiche ma Renzi chiude

Aprire alle modifiche sull’Italicum o il Pd rischia di spaccarsi davvero. Area Riformista, la corrente di minoranza del Pd che nei giorni scorsi ha lanciato un appello per la modifica della legge elettorale di Matteo Renzi, ha deciso che  all’assemblea del gruppo dem in programma domani sera voterà contro l’Italicum se il premier-segretario dirà no alle modifiche richieste. Solo successivamente verrà decisa la posizione da tenere in Aula. Pierluigi Bersani prende tempo: “Aspettiamo, domani sera vedremo”. Ma se non ci sono cambiamenti, la nostra posizione resta critica, avverte duro Matteo Mauri, parlando a nome di Area Riformista. Renzi è dunque avvisato e deve  aprire  sull’Italicum o su modifiche significative del Senato, altrimenti il voto della minoranza è tutt’altro che scontato. “Domani ascolteremo attentamente Renzi all’assemblea del gruppo della Camera”,  dice Mauri, “sapendo che è ancora aperta anche la partita delle riforme costituzionali. Speriamo che ci siano segnali di apertura, altrimenti non potremmo votare a favore del provvedimento”. Sul da farsi in Aula, poi, si vedrà in un secondo momento e  valuteremo in una nuova nostra riunione come comportarci.   Roberto Speranza ricorda come sarebbe un errore grave non provare fino alla fine a modificare la legge. Stesso auspicio arriva anche da Gianni Cuperlo: “Domani sera ascolterò la relazione del premier e spero ancora di trovare nelle sue parole quella volontà di ascolto che può aiutare tutti a tagliare il traguardo di una buona legge elettorale. L’alternativa non è tra l’Italicum com’è adesso o il ricominciare daccapo. Continuo a credere che alcune modifiche possono migliorare la legge, allargare la maggioranza a suo sostegno, unire tutto il Pd e favorire l’approvazione di quella riforma costituzionale destinata, a sua volta, a essere perfezionata dal Senato”.  Ma se la minoranza dem punta i piedi, Renzi sembra deciso a tirare dritto per la sua strada. L’iter dell’Italicum e delle riforme “non è il Monopoli”, afferma intervenendo al Salone del Mobile di Milano: “non si può ricominciare e tornare a Vicolo Corto”. Anche perché, rimarca il premier, “ora si decide dopo mesi di dibattiti e di discussioni”. Ma il presidente del Consiglio deve fare i conti con le grane interne e non solo. Il fronte del no vede schierata anche Forza Italia, compatta nella stroncatura della legge elettorale. Direttivo unanime di Forza Italia Camera,  twitta il capogruppo degli azzurri, Renato Brunetta,  no a Italicum blindato, ma premio a coalizione e entrata in vigore dopo riforma costituzionale. Sul piede di guerra anche Sel e M5S, a lavoro sugli emendamenti per cambiare “una pessima” legge elettorale.

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