Italicum, governo incassa seconda fiducia con 350 sì

Al via, nell’Aula della Camera, alle dichiarazioni di voto sulla terza e ultima fiducia posta dal governo sull’Italicum. La prima chiama per le votazioni inizierà alle 16. L’Aula di Montecitorio è quasi vuota anche questo pomeriggio ed i deputati presenti sono una ventina. Il governo ha incassato, quindi, anche la seconda fiducia sull’Italicum dopo il primo round vinto ieri. Il voto finale sarà lunedì in serata. I sì sono stati 350, i no 193, uno solo astenuto. Anche oggi diversi big della minoranza del partito non hanno partecipato al voto, tra gli altri Enrico Letta, Pier Luigi Bersani e Gianni Cuperlo. Compatta l’opposizione con il Movimento cinque stelle pronto al referendum abrogativo della legge. Mentre la Lega attacca: “Questa legge è peggio del Porcellum”. Anche Fi schierata per il no. Minimizza, però, il vice segretario del Pd:  “C’è stato uno strappo più contenuto di quello che si poteva pensare prima del voto” e soprattutto, dice Lorenzo Guerini in Transatlantico, non penso che vi siano volontà di rotture insanabili nel partito o di uscite, scelte di questo tipo andrebbero in direzione opposta a quello che è l’interesse del Pd.   Se da parte della sinistra interna continuano a piovere parole di fuoco contro Matteo Renzi, la leadership del Pd sceglie di non drammatizzare, ed anzi parla di ricucitura, tanto che anche il premier apre su una modifica della riforma costituzionale del Senato. Anche perché il voto finale sull’Italicum, probabilmente a scrutinio segreto, non lascia ancora dormire sonni tranquilli all’esecutivo. C’è, infatti, anche chi nell’opposizione Dem fa sapere che dopo aver votato sì alla fiducia potrebbe votare no alla riforma.   Ieri Lattuca ha votato la fiducia al primo articolo della legge elettorale, ma non assicura lo stesso atteggiamento per il voto finale: “Certamente non mi nasconderò dietro il voto segreto, non è questo il mio stile. Quindi, quando la prossima settimana si voterà, o non parteciperò al voto oppure non darò il mio voto favorevole a questa legge”. Fatto l’Italicum, occorre rivedere la riforma del Senato, ha detto il ministro dell’Interno e presidente di Ncd Angelino Alfano: “Adesso, dopo questo successo, se tutto come penso andrà bene con l’approvazione finale della legge elettorale dopo i due voti di fiducia ulteriori si apre una fase nuova, quindi noi chiediamo al Governo e alla maggioranza di modificare la riforma costituzionale, quella del Senato”. La battaglia contro l’Italicum continuerà anche dopo la sua approvazione, dice invece Danilo Toninelli del Movimento 5Stelle: “Stiamo pensando a un referendum abrogativo totale dell’Italicum. Ovviamente non vogliamo farlo da soli e potrebbe interessare tutte le forze politiche e della società civile che contestano questo tentativo di accentramento del potere di Renzi”. L’Italicum è una legge che fa schifo, gli elettori non contano niente. Se il Porcellum faceva schifo questo fa schifissimo, afferma, perfettamente in linea con Cinque Stelle, Matteo Salvini.  Forza Italia e la Lega Nord, dal loro verso, hanno abbandonato i lavori della Capigruppo della Camera per contestare la decisione della presidente Laura Boldrini sul calendario per il voto finale sull’Italicum. Lo hanno riferito Renato Brunetta e Massimiliano Fedriga:  “Esiste solamente il Pd e le sue dinamiche interne, purtroppo il presidente della Camera fa solo il notaio. A questo punto mi domando a cosa serva la Capigruppo”. Il vice capogruppo del Pd Ettore Rosato ha inizialmente proposto di lavorare sabato e domenica: “A questa proposta provocatoria ho risposto con una provocazione, invitando a continuare già oggi la seduta per approvare la legge domani, afferma fortemente contrito Brunetta: “A quel punto Rosato ha proposto la giornata di lunedì, che era quella concordata con la minoranza interna del Pd. E la presidente Boldrini ha accolto questa richiesta. Siamo nella deriva autoritaria”.   Nel pomeriggio si voterà la terza fiducia, quella sull’articolo 4 della riforma.

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