Esterno del Palazzo della Corte Costituzionale dove, domani intorno alle 13-13.30 verrà pronunciata la decisione della Corte costituzionale sull'Italicum, Roma, 24 Gennaio 2017. ANSA/ GIUSEPE LAMI

Italicum e Consulta: ‘Salta il ballottaggio, resta il premio’

No al ballottaggio, resta il premio di maggioranza, stop anche ai capolista bloccati. E’ questa la decisione della Consulta sull’Italicum. Una decisione che porta a una legge immediatamente applicabile.

Ecco i punti sui quali si è pronunciata la Consulta:

Stop al ballottaggio, ok a premio di maggioranza.  La corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dall’Italicum, la legge elettorale in vigore dal luglio 2016 ‘impugnata’ da un pool di legali in qualità di cittadini elettori. E’ stato invece giudicato legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti.

Non opzione ma sorteggio per capolista eletto in più collegi.  La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la disposizione dell’Italicum che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione. Bocciata la possibilità di opzione per il capolista eletto in più collegi, residua il criterio del sorteggio. E’ quanto ha deciso la Corte Costituzionale sull’Italicum: ‘A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione’.

I rilievi su questi aspetti erano contenuti in cinque ordinanze giunte dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste.

‘Un buon risultato anche se si poteva fare di più’. Questo, da Torino, il commento ‘a caldo’ di Roberto Lamacchia, uno degli avvocati del comitato che ha convinto il tribunale del capoluogo piemontese a rivolgersi alla Corte Costituzionale per un vaglio dell’Italicum. Ha prevalso,  spiega Lamacchia, il concetto del valore della rappresentanza dei cittadini e l’importanza del loro voto. Forse si è persa l’occasione per affossare definitivamente una legge che a nostro avviso era antidemocratica. Ma tutto sommato è un risultato positivo.

Come funzionava l’Italicum:

L’Italicum che la Consulta ha esaminato è una legge proporzionale, a doppio turno, con correttivo maggioritario. Nel corso della sua stesura ha subìto diverse modifiche ed è stato approvato in terza ed ultima lettura alla Camera il 4 maggio 2015 con la fiducia, circostanza che provocò la bagarre in Aula. L’entrata in vigore non era immediata, ma partiva dal luglio 2016.

SOGLIA – L’Italicum prevede un’unica soglia di sbarramento che i partiti devono raggiungere per essere ammessi alla suddivisione dei seggi ed è pari al 3%.

PREMIO AL PRIMO TURNO – Il premio ‘corregge’ in senso maggioritario la legge, ma scatta al primo turno solo per la lista che superi il 40% dei voti validi. Il premio consente a chi lo consegue di assicurarsi 340 seggi su 618. Questo è uno dei punti rimesso alla Corte Costituzionale.

CAPILISTA BLOCCATI – In ognuno dei 100 collegi in cui è diviso il territorio italiano, ogni partito presenta una lista di 6-7 candidati: i capilista sono ‘bloccati’, cioè scelti dai partiti e quindi eletti automaticamente. Per gli altri valgono le preferenze. E anche questo aspetto è stato esaminato dalla Corte. La legge prevede poi che elettore esprima due preferenze, la seconda di genere diverso dalla prima: se sono per candidati dello stesso sesso, la seconda viene annullata. Le liste devono essere composte in modo da alternare un uomo a una donna. Nell’ambito di ogni circoscrizione (Regione) i capilista di un sesso non possono essere superiori al 60% del totale.

MULTICANDIDATURE – Il candidato può presentarsi in più collegi, fino ad un massimo di 10. Se vince in più collegi, può scegliere in quale essere eletto. Una disposizione, quest’ultima, che la Consulta ha valutato  e modificato bocciando la possibilità di opzione per il capolista eletto in più collegi, ed affidandosi  al criterio del sorteggio.

BALLOTTAGGIO – Se primo turno nessun partito raggiunge il 40%, scatta il ballottaggio tra le due liste più votate. La lista che vince, ottiene il premio di maggioranza che le assicura 340 seggi. I partiti perdenti si ripartiscono i 278 seggi rimanenti sulla base della percentuale proporzionale dei voti presi. Altri 12 deputati sono eletti nelle circoscrizioni Estere, come oggi, per ottenere il totale definitivo di 630 seggi (340+278+12=630). Anche il ballottaggio è andato al vaglio della Consulta. La corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dall’Italicum, la legge elettorale in vigore dal luglio 2016 ‘impugnata’ da un pool di legali in qualità di cittadini elettori. E’ stato invece giudicato legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti.

Tredici i giudici presenti nell’aula della Consulta: relatore è Nicolò Zanon, che ha illustrato la causa. Poi hanno parlato gli avvocati anti-Italicum e a seguire l’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri, che ha il compito di difendere l’Italicum per conto della Presidenza del Consiglio.

Legge immediatamente applicabile. All’esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione. E’ quanto emerge dalla decisione della Consulta sull’Italicum.

Via libera al premio di maggioranza. Illegittima anche la disposizione dell’Italicum che consentiva al capolista bloccato eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione.

La sentenza della Consulta:

Bocciata la possibilità di opzione per il capolista eletto in più collegi, residua il criterio del sorteggio. A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, si legge nel comunicato della Corte,  sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione. Resta dunque il capolista bloccato ma non potrà optare per il collegio in caso di plurielezione.

Ok a premio maggioranza

Sul ballottaggio sembrava esserci già un orientamento di massima della Corte (emerso nella pre-camera di consiglio di lunedì) nel senso della sua abolizione e così anche sulle candidature multiple dei capilista (troppi 10 collegi in cui è possibile presentarsi: se il Parlamento vorrà reintrodurle dovrà abbassare il numero). Confermate anche le indiscrezioni della vigilia sul premio di maggioranza (per la lista che supera il 40% al primo turno), confermato proprio in base alla sentenza n. 1/2014 sul Porcellum, che lo eliminò perché non era agganciato a una soglia di voti. Ieri, durante l’udienza pubblica, una folta schiera di avvocati anti-Italicum aveva chiesto di cancellarlo, in base al principio per cui la legge elettorale in vigore ‘se ne infischia della rappresentatività e si preoccupa solo della governabilità’. Sembra passata invece la tesi della Avvocatura generale dello Stato, la Costituzione non vincola il legislatore in modo totale al proporzionale puro ed è arduo ritenere irragionevole la soglia del 40% prevista per far scattare il premio (tale da garantire il 55% dei seggi, pari a 340).

Le motivazioni complete della sentenza, affidata al relatore Niccolò Zanon, arriveranno a metà febbraio. E conterranno certamente anche importanti indicazioni al legislatore.

Cocis

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