Italia impoverita e schiacciata da tasse

Potrà sembrare che si faccia la nota della spesa ma riteniamo utile fornire ad i lettori taluni parametri di valutazione di alcuni stati di fatto dell’Italia. La pressione fiscale continua a crescere sfiorando i livelli svedesi ed ha raggiunto il 44,1% a fronte del 44,7% in Svezia. In Italia una famiglia su quattro è in una situazione di ”deprivazione” ovvero ha almeno tre dei 9 indici di disagio economico, come ad esempio non poter sostenere spese impreviste, arretrati nei pagamenti o un pasto proteico ogni due giorni. Questo lo si potrà leggere nel Rapporto Noi Italia dell’Istat, secondo il quale l’indice e’ cresciuto dal 22,3% del 2011. In Italia lavorano solo 61 persone su 100 tra i 20 e i 64 anni, livello che è ancora di 14 punti inferiore al target europeo. Peggio dell’Italia fanno solo Spagna e Grecia. Nel 2011 le famiglie italiane hanno contribuito con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva per una quota pari al 20,6%. Teniamo presente che la spesa sanitaria delle famiglie rappresenta l’1,8% del Pil nazionale, e ammonta mediamente a 949 euro per le famiglie del Mezzogiorno e a 1.222 euro per quelle del Centro-Nord. La spesa sanitaria pubblica corrente dell’Italia nel 2012 è stata di circa 111 miliardi di euro, pari al 7% del Pil, e di molto inferiore rispetto a quello di altri importanti paesi europei. Un obiettivo raggiunto che ci vede in Europa ai livelli più bassi, insieme a Portogallo, Spagna, Regno Unito, Irlanda, Svezia. L’Italia non è il Paese più “vecchio” d’Europa: a superarci è la Germania, e Sicilia, Campania e Lazio sono le regioni italiane con il più alto tasso di mortalità infantile. I laureati in Italia sono una percentuale ancora bassa rispetto all’obiettivo fissato dall’Europa. L’Italia è comunque tra i paesi più motorizzati in Europa con 62 auto ogni 100 abitanti, seconda sola al Lussemburgo. Il numero di autovetture ogni mille abitanti se da un lato rappresenta un indicatore positivamente associato allo standard di vita di un paese, dall’altro consente di misurare l’impatto negativo sulla congestione del sistema viario riconducibile soprattutto alla densità delle autovetture presenti. L’Italia è comunque il primo Paese in Europa per prodotti agroalimentari con marchi di qualità.

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