Italia ed il fanalino di coda

Il premier ha presentato ieri a Palazzo Chigi con il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ed il sottosegretario Domenico Delrio  i 36 contratti di sviluppo già avviati con finanziamenti europei.  Parliamo del rilancio di alcuni alberghi ubicati tra Napoli ed il Vesuvio, di una nuova lavatrice Whirpool ad alta efficienza energetica, del miglioramento del processo di tostatura del caffè Kimbo e di altri progetti analoghi. Nel complesso sono previsti investimenti per 1,44 miliardi di euro con una ricaduta occupazionale di 25.000 addetti. Il governo, dice Renzi, prova a dare un messaggio concreto di investimenti sul Paese. Alla fine dei 1000 giorni l’Italia sarà nelle condizioni di guidare la politica industriale dell’Europa e non essere più fanalino di coda. Gran parte delle risorse sono concentrate nelle quattro regioni dell’Obiettivo Convergenza ed ovvero Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Il 44 per cento dei contratti di sviluppo sono promosse da imprese straniere ed, in alcuni casi, da aziende italiane che hanno trasferito la produzione in un altro Paese. Ad esempio la Sanofi riporta in Italia la produzione dei farmaci da banco e la Denso, componenti automobilistiche, ritorna nel Mezzogiorno invece che in Slovenia. Le agevolazioni arrivano fino al 75 per cento e molti contributi sono a fondo perduto, ma non si escludono mutui agevolati. Una strada da seguire è prevalentemente il saggio utilizzo dei fondi europei, fino ad oggi mal utilizzati ed addirittura sconosciuti nelle loro pieghe.  

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