Il presidente del consiglio Mario Monti

Italia è sull’orlo del baratro: Monti ci spingerà giù?

“La forza di un sistema paese si misura anche (soprattutto) per la capacità di attrarre risorse dall’esterno. Quando per il suo sostentamento un sistema utilizza risorse generate all’interno del proprio confine, tende irreversibilmente ad implodere, auto consumando quanto si è riusciti negli anni ad accantonare.

Un paese efficiente deve saper attrarre risorse esterne, indipendentemente dalla dinamica dei costi della manodopera o del denaro, che rappresentano solo meri dettagli nel grande tema della produzione; gli investimenti internazionali sono stimolati dal rendimento a lungo termine se il paese ha:

–         Capacità di sviluppo, pertanto di intrapresa;

–         Sistema bancario efficiente, analitico, presente e coerente con il modello di sviluppo del paese;

–         Politica fiscale chiara e applicabile in modo semplice tanto dal contribuente quanto da chi esercita il controllo;

–         Utilizzo razionale delle materie prime, inserendo fra esse anche i beni culturali, la natura, la fertilità delle terre, le tradizioni e il clima;

–          Programmazione economica concertata con le parti sociali, il mondo della produzione  e la scuola (dalla primaria all’università).

L’Italia rappresenta oggi l’esatto contrario di tutto ciò, in quanto:

–         La diffusione della cultura d’impresa è scoraggiata, se non osteggiata;

–         Il sistema bancario è totalmente avulso dalla natura stessa del sistema produttivo, composto quasi esclusivamente da piccole imprese (poco meno di 5 milioni), nel quale solo 26.000 aziende fatturano più di 6 milioni di euro;

–         La fiscalità è farraginosa, tempestata da norme complesse di difficile applicazione, che rendono oneroso il compito dell’amministrazione d’impresa e comportano costi per la comunità nella gestione dei contenziosi e, se vincenti, il recupero delle somme evase accertate; l’impresa paga aliquota incerta sul reddito effettivamente conseguito, appesantita, caso unico in Europa, dalle variazioni in aumento della base imponibile;

–         Le uniche materie prime, la nostra storia e la nostra tradizione di accoglienza e di qualità della vita, tanto nel turismo quanto in agricoltura, sono state nel tempo ignorate se non addirittura distrutte, inseguendo la crescita di settori industriali non appartenenti alla nostra cultura, rendendo impari la competizione con paesi più forti e tecnicamente più preparati;

–         La scuola è sempre più distante dalla necessità di competere con i paesi esteri che hanno adeguato la formazione all’evoluzione globale: in Italia gli investimenti in formazione ed educazione sono nel tempo diminuiti rispetto alla crescita del pil, mentre in tutti i paesi occidentali è cresciuta in proporzione;

–         Programmare l’economia significa immaginare la società del futuro; da troppo tempo l’Italia è pervasa da politiche di breve e brevissimo periodo, volte a tamponare anziché a studiare i fenomeni e a prevenirne l’impatto. I giovani vivono nell’incertezza e chi ha acquisito posizioni di sicurezza si guarda bene dal condividerle con i meno garantiti”.

Queste riflessioni, fatte da un esperto economista specializzato nella gestione d’impresa quale il dott. Flavio Mais di Ancona, ci fanno leggere il paradosso Italia da un’altra angolazione. Gli investimenti stranieri in Italia? No grazie, con un diritto incerto, una fiscalità alle stelle, uno Stato ingiusto, una classe politica  inadeguata, inadeguata è un termine volutamente soft, il Governo della cosa pubblica occupato da  banchieri, tradizionalmente mai eletti dal Popolo, che ci hanno  portato alla rovina economica, il tutto sovrastato da un regime hitleriano di controllo poliziesco, beh non so chi sia l’impavido che voglia investire in Italia. A meno che il tutto non faccia parte di un piano a lungo termine, dei soliti noti, per avere a prezzo di svendita la Fincantieri, l’Eni, ed i gioielli di famiglia dello Stato. In questo caso staremo a vedere le privatizzazioni. Per il momento ci hanno mentito sulla crisi in quanto i soldi che ci stanno spremendo servono, 125.000.000.000 di Euro, per darli ai banchieri con la scusa del salva stati. La crisi l’hanno voluta i banchieri ed ora diamo i nostri soldi in regalo agli stessi banchieri! Sveglia gente! Uniamoci contro il SIGNORAGGIO BANCARIO! CONTRO L’ARROGANZA dei mega Finanzieri, Goldman Sachs in testa. Se avete dubbi scriveteci, Vi risponderemo molto volentieri.

Argo Fedrigo

www.colimo.net

 

 

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