Italia e Francia uniti da un insolito destino

Il Governo italiano è passato dall’euforia, alquanto affrettata, manifestata qualche mese fa dai balconi di Palazzo Chigi, alla retromarcia di oggi. Dopo aver dichiarato che un deficit al 2,4% del Pil, era una vittoria che meritava di essere celebrata, oggi siamo al 2,04. Cambiano i numeri ma non la sostanza di questa legge di stabilità che appare recessiva, perché non contiene i numeri per aiutare la crescita e le imprese. Il Premier Conte ha ventilato la possibilità di un ritocco delle aliquote iva, per finanziare pensioni e reddito di cittadinanza.( Ci auguriamo sia solo una battuta di pessimo gusto). A questo punto bisogna capire se la riduzione dal 2,4 al 2,04 accontenta la Commissione Europea. La cosa che non torna e ci fa pensare negativamente è che si sta varando la legge di stabilità sul presupposto di una crescita, per l’anno prossimo, dell’1,5, ma in effetti i dati di Bankitalia ci dicono che non andremo oltre lo 0,7 . Inoltre le regole europee prevedono che i Paesi che hanno un debito che supera il 60% del Pil devono ridurre il debito di 3 punti e mezzo l’anno. Ed è molto improbabile che la manovra di governo, pur con il piccolo passo indietro, soddisfi queste regole.Partiamo dall’assunto che la Commissione Europea ha il compito di applicare i Trattati. Questi contengono regole non derogabili e se non piacciono devono essere sostituite secondo procedure ben precise. Ma finché sono in vigore vanno rispettate ed è compito della Commissione applicarle e soprattutto non compete ad essa esercitare discrezionalità nell’abito dell’applicazione. L’unico organo deputato ad esercitare discrezionalità è il Consiglio d’Europa e la Commissione non può assolutamente, come sta facendo in queste settimane, sostituirsi al Consiglio d’Europa. Tutto ciò vale anche per la Francia. Essa pur dopo gli impegni assunti da Macron per venire incontro alle richieste dei cosiddetti ‘glet gialli’, non riuscirà a rispettare la regola sulla riduzione del debito. In questo caso Italia e Francia dovrebbero entrambe essere sanzionate dalla Commissione con una procedura d’infrazione. Se la Commissione dovesse cominciare a fare delle valutazioni politiche su questo o quel Paese, perderebbe di credibilità e si creerebbe un precedente pericolosissimo.Il fatto poi che il Commissario per gli affari economici e monetari, Moscovici, sia stato Ministro delle Finanze francesi, desta non pochi sospetti.Non sta alla Commissione giudicare se i moti di Parigi dei ‘gilet gialli’ meritino attenzione, e il governo italiano no. Il nostro Governo, infatti, ha presentato una legge di Stabilità, anche se illusoria, seguendo tutte le procedure. In Francia, invece, i ‘gilet gialli’hanno imposto a Macron, con la violenza, una modifica della legge di bilancio facendo perdere all’inquilino dell’Eliseo tutta la sua credibilità.Le elezioni di maggio saranno un banco di prova per la tenuta delle istituzioni europee, che sono ormai sotto esame permanente dei singoli stai. La Commissione dovrà dimostrare il suo ruolo tecnico e non politico e far applicare le regole contenute nei Trattati. Esattamente il contrario di quello che sta facendo oggi, con un comportamento che giustifica le critiche dei governi sovranisti che su questo hanno ragione.

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