Italia a due velocità, il Sud sprofonda nella crisi

L’effetto crisi economica continua a sentirsi. Nonostante segnali di ripresa, il Sud d’Italia continua a sprofondare.

Va meglio al Nord ma anche qui i redditi non sono ancora quelli della pre-crisi. Anche nei capoluoghi di provincia – dove storicamente i dati sono migliori – gli importi dichiarati al Fisco nel 2017 (redditi 2016) sono di quasi il 2% più bassi, in termini reali per contribuente, di quelli del 2009 (redditi 2008): per la precisione, -1,92% di media, a 25.170 euro.

Dallo scivolone di Isernia (-9,39%) a quelli di Crotone (-7,97%) e Agrigento (-7,09%), il segno meno appare in 91 capoluoghi su 108, compresi Roma  (-4,09%) e Milano (-1,37%), che pure si conferma al top, con oltre 34mila euro per contribuente.

La grande crisi attanaglia e stritola il ceto medio che continua a perdere il suo potere contrattuale. Insomma, la classe sociale media viene sempre più attratta verso il basso.

Indubbiamente le aree del Sud sono quelle ad accusare le perdite più rilevanti. I maggiori incrementi economici cioè i redditi medi riguardano Trieste (+2,15%), Belluno (+2,06%), Torino (+1,24%) e Verona (+1,1%). Il Sole 24Ore ha analizzato le statistiche delle Finanze  ricostruendo il reddito medio e totale dei capoluoghi, mettendolo a confronto con quello del resto della provincia.

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