Istat: Italia è inattiva, in Europa è seconda solo a Malta

Inattività da record in Italia, come rivela l’Istat nel rapporto Noi Italia. L’ente di statistica rende noto che nel 2011 Nel 2011 il tasso di inoperosità tra i 15 e 64 anni si è attestato al 37,8%, uno dei valore tra i più elevati d’Europa. L’Italia risulta infatti in questo senso battuta solo da Malta.
E’ inattiva soprattutto la popolazione femminile, con tassi che raggiungono il 48,5%. Nel rapporto con la definizione di ‘inattivo’ si indicano coloro che non sono né sono occupati né sono in cerca di un lavoro.

Sempre nel 2011 risulta invece occupato il 61,2% della popolazione con un’età compresa tra i 20-64 anni, solo un decimo di punto in più rispetto al 2010. Lo rileva l’Istat nel rapporto ‘Noi Italia’, aggiungendo che, nella graduatoria europea, solamente Ungheria e Grecia presentano tassi d’occupazione inferiori. Guardando alle donne, le occupate sono solo il 49,9%.

Nel 2011 il 44% circa della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha come titolo di studio piu’ alto la licenza di terza media, un valore molto distante dalla media Ue27 (26,6%), e fra i 18-24enni il 18,2% ha abbandonato gli studi prima di conseguire il diploma (43,5% tra i giovani stranieri), contro il 13,5% dei Paesi Ue. Il Belpaese resta indietro anche per quanto riguarda la spesa in istruzione e formazione, 4,5% del Pil nel 2010, valore piu’ basso di quello dell’Ue27 (5,5%), e il livello delle competenze degli studenti: l’indagine Pisa dell’Ocse colloca il nostro Paese agli ultimi posti nella graduatoria dei 25 paesi Ue partecipanti alla rilevazione.

Il 20,3% dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente), ma nonostante l’incremento che si osserva nel periodo 2004-2011 (+4,7 punti percentuali), la quota è ancora molto contenuta rispetto all’obiettivo del 40,0% fissato dalla strategia europea “Europa 2020”. Nel 2011, infine, sono oltre due milioni i cosiddetti Neet, cioè i giovani tra i 15 e 29 anni non inseriti in un percorso scolastico e/o formativo né impegnati in un’attività lavorativa (il 22,7% del totale), un valore fra i piu’ elevati in Europa. Una differenza significativa si registra anche tra ragazzi e ragazze, con la percentuale di uomini del 20,1% e del 25,4% per le donne.

Preoccupanti anche i dati relativi al tasso di povertà. Nel 2011 infatti le famiglie indigenti sono l’11,1%: si tratta di 8,2 milioni di individui poveri, il 13,6% della popolazione residente. E’ quanto ricorda l’Istat nel rapporto ‘Noi Italia’, aggiungendo che la povertà assoluta coinvolge il 5,2% delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui.

Guardando al 2010, fa sapere sempre l’Istat, circa il 57% delle famiglie residenti in Italia ha acquisito un reddito netto inferiore a quello medio annuo (29.786 euro, circa 2.482 euro al mese). In Sicilia si osserva la più elevata diseguaglianza nella distribuzione del reddito e il reddito medio annuo più basso (il 28,6% in meno del dato medio italiano.

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