Israel's Prime Minister Benjamin Netanyahu attends the weekly cabinet meeting at his office in Jerusalem, Monday, Aug. 31, 2015. Photo by: Marc Israel Sellem/Pool/JINIPIX

Israele sospende intesa Onu su ricollocamenti dei migranti

Oltre che dal Mar Mediterraneo stanno arrivando in Italia clandestini anche da Israele? La Farnesina smentisce, ma non si sa quanta attendibilità possa avere, perché  in genere siamo gli ultimi a essere informati di questeo tipo di progetti. Non c’è alcun accordo con l’Italia nell’ambito del patto bilaterale tra Israele e Unhcr per la ricollocazione, in 5 anni, dei clandestini arrivati in Israele dall’Africa e che Israele si è impegnata a non respingere, precisano infatti fonti della Farnesina, dopo l’annuncio del raggiungimento dell’intesa.

Intesa che prevede, secondo quanto annunciato dall’ufficio del premier israeliano, la ricollocazione in non precisati Paesi occidentali di 16.250 migranti arrivati in Israele. La novità infatti è che Israele ha annunciato la cancellazione del suo programma di espulsioni forzate in un Paese africano terzo dei clandestini africani senza documenti dopo aver raggiunto un accordo in questo senso con l’Unhcr. Almeno 16.250 clandestini, come accennato, saranno riallocati in Paesi occidentali di cui però non è stato precisato il nome, secondo quanto prevede l’intesa, ha annunciato il premier Benjamin Netanyahu.

Sono 42mila i clandestini illegali provenienti dai Paesi africani, entrati in Israele dal 2007 dall’Egitto, provenienti principalmente di Eritrea e Sudan. La Corte suprema israeliana aveva sospeso il piano che avrebbe dovuto essere attuato.  Il nuovo piano della durata di cinque anni prevede che Israele ‘regoli’ lo status di coloro che non saranno riallocati.

Benjamin Netanyahu ha poi  sospeso la realizzazione dell’intesa con l’Alto commissariato dell’Onu per il ricollocamento in Paesi occidentali di migliaia di migranti africani che sono in Israele. In nottata il premier ha scritto su Facebook di essere sensibile alle reazioni critiche mosse dagli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv dove i migranti sono concentrati. Oggi, ha aggiunto, vi fara’ un sopralluogo: ‘Intanto sospendo la realizzazione dell’accordo’.

All’origine della decisione di Netanyahu, scrive la stampa odierna, vi sono le proteste degli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv,  che vorrebbero una espulsione massiccia ed immediata dei migranti,   nonche’ forti critiche all’intesa mosse da esponenti del Likud, il partito di Netanyahu, e dal partito nazionalista Focolare ebraico. Ieri peraltro Paesi indicati da Netanyahu come esempio di una possibile destinazione dei migranti – fra questi Italia e Germania – hanno, come dicevamo,  smentito di aver dato alcun assenso all’intesa fra Israele e l’Alto commissariato dell’Onu.

Canada, Germania e Italia: queste alcune delle destinazioni che erano state indicate dal premier israeliano Benyamin Netanyahuper una parte dei migranti africani che nei prossimi cinque anni dovranno lasciare Israele in base all’intesa raggiunta con l’Alto commissariato dell’Onu.

Israele aveva annullato a sorpresa l’espulsione verso il Ruanda di migliaia di migranti eritrei e sudanesi, che doveva iniziare nei prossimi giorni ma che era stata temporaneamente bloccata dalla Corte Suprema.

Fonti della Farnesina precisano che ‘non c’e’ alcun accordo con l’Italia nell’ambito del patto bilaterale tra Israele e l’Unhcr per la ricollocazione, in cinque anni, dei migranti che vanno in Israele dall’Africa e che Israele si è impegnata a non respingere’.

Una fonte dell’ufficio di Netanyahu rispondendo ad una domanda dell’Ansa, ha sottolineato che ‘l’Italia era solo un esempio di un paese occidentale: il primo ministro non intendeva in modo specifico l’Italia’.

Solamente previo accordo con il governo italiano potrebbero arrivare in Italia alcuni rifugiati provenienti da Israele solo a titolo di ricongiungimento familiare con parenti che già vivono qui, si tratta in sostanza di pochissimi e specifici casi’, dice Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per i rifugiati nei paesi del sud Europa, spiegando in quale misura l’Italia potrebbe essere ‘toccata’ dall’accordo firmato tra il leader israeliano Benjamin Netanyahu e l’alto commissariato dell’Onu.

 

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