Decine di pescherecci francesi, che da stamattina stazionavano nelle acque dell’isola britannica  di Jersey, nella Manica, per protesta contro le condizioni imposte nel dopo-Brexit alla pesca francese, hanno lasciato l’area. Lo si apprende da fonti dei rappresentanti dei pescatori.

I pescherecci francesi hanno lasciato le acque di Jersey dopo i colloqui con le autorità dell’isola. Le navi da pesca sono ora dirette verso Est e hanno lasciato la baia di St Helier. Lo riferisce la Bbc.

Il governo del Jersey ha assicurato di aver “concesso licenze di pesca in conformità con l’accordo commerciale” post-Brexit, ma la Commissione europea non è dello stesso avviso. L’esecutivo Ue ha detto di aver ricevuto “il 30 aprile una notifica dalle autorità del Regno Unito sulla concessione di 41 licenze ai pescherecci Ue”, ma che “sono state decise ulteriori condizioni”, ha spiegato la portavoce della Commissione europea, Vivian Loonela, che ha accusato Londra di “non rispettare” le disposizioni dell’intesa.

Mentre i pescatori francesi protestavano lanciando fumogeni e cantando cori contro gli inglesi, la ministra del Mare di Parigi, Annick Girardin, ha chiesto a Londra di revocare le restrizioni e Bruxelles ha invitato “alla moderazione e alla calma”.

Due navi da guerra britanniche erano andate a pattugliare le acque vicino all’isola di Jersey, mentre anche la Marina francese aveva inviato imbarcazioni militari nell’area, in relazione alla protesta dei circa pescherecci francesi che stavano bloccando il porto di St Helier.

Downing Street ha dichiarato di aver inviato le navi HMS Severn e HMS Tamar per “monitorare la situazione”.

I pescatori protestavano contro le nuove regole sulla pesca, secondo il Trade and Cooperation Agreement tra Unione europea e Regno Unito.

Le condizioni poste dal Regno Unito per la pesca delle flotte Ue in acque britanniche “non rispettano le disposizioni dell’accordo stabilito’, indica la Commissione europea, precisando che fino a quando Londra non chiarito la questione ‘non devono essere applicate”. Lo ha detto una portavoce riferendosi al ricorso del Regno Unito alle navi da guerra per evitare l’accesso dei pescherecci francesi all’isola di Jersey.

La scorsa settimana il Regno Unito ha pubblicato un elenco di 41 navi francesi, su 344 richieste, autorizzate a pescare nelle acque del Jersey prevedendo nuovi requisiti che, secondo la Francia, non sono stati concordati, discussi o notificati prima come parte dell’accordo Ue-Regno

L’Ue richiama “alla moderazione e alla calma” in merito alla disputa sullo sfruttamento delle risorse ittiche nel Canale della Manica che ha visto la mobilitazione, nelle ultime ore, anche di navi da guerra britanniche per evitare l’accesso dei pescherecci francesi.

“Seguiamo la situazione” e l’importante “è discutere il problema”, ha detto Dana Spinant, portavoce della Commissione europea.

L’esecutivo Ue “il 30 aprile ha ricevuto una notifica dalle autorità del Regno Unito sulla concessione di 41 licenze ai pescherecci Ue che pescano nelle acque territoriali di Jersey” ma “sono state decise ulteriori condizioni”, ha aggiunto la portavoce Vivian Loonela. In risposta a tale richiesta “abbiamo indicato al Regno Unito che le disposizioni dell’accordo” tra Ue e Londra “non erano state rispettate”, dal momento che “le condizioni” alle concessioni “devono essere basate su ragioni chiare e scientifiche e non essere discriminatorie”.

Inoltre, “tali requisiti vanno richiesti in anticipo alle parti coinvolte per dare tempo di rispondere”, ha concluso la portavoce. I pescatori francesi lamentano difficoltà nell’ottenere le licenze necessarie per la pesca in acque britanniche. In una lettera inviata martedì, la Commissione europea aveva ricordato al governo britannico che “in base ai termini dell’accordo commerciale e di cooperazione” siglato tra Ue e Regno Unito lo scorso anno, “il Regno Unito avrebbe dovuto avvisare Bruxelles in anticipo di eventuali condizioni aggiuntive legate all’ottenimento delle licenze”. Si legge inoltre che “tali requisiti dovrebbero essere basati sulla scienza e non discriminatori”.

Bruxelles ha la possibilità di aprire procedure formali di risoluzione delle controversie con il Regno Unito secondo i termini dell’accordo commerciale, qualora l’Ue ritenesse che il Regno Unito stesse violando lo spirito dell’accordo.