epa04963902 (FILE) A file picture dated 12 November 2010 shows a general view of the historic site of the ancient city of Palmyra, central Syria. According to media reports on 05 October 2015, militants of the so-called Islamic State (ISIS or IS) have blown up Palmyra's ancient Arch of Triumph. Few months ago, the jihadist group blew up the 2,000-year-old Temple of Bel, the Baalshamin Temple and some of the famed tower tombs in Palmyra, a UNESCO-listed World Heritage Site. Islamic State extremist militia, which controls large swathes of territory in Syria and Iraq, has been reportedly destroying building sites with no religious meaning, including the Arch of Triumph. Palmyra, some 240km (150 miles) northeast of Damascus, emerged to become a powerful state after the Romans took control, serving as a link between the ancient Orient and Mediterranean countries. EPA/YOUSSEF BADAWI

Isis distrugge l’arco di trionfo a Palmira, in Siria

I jihadisti dello Stato Islamico (Is) hanno distrutto l’Arco di Trionfo dell’antica città di Palmira, in Siria, risalente a circa duemila anni fa. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani citando fonti attendibili sul terreno. In base alle fonti degli attivisti, i jihadisti avrebbero fatto saltare in aria tre archi e mantenuto le colonne. La decisione di distruggere gli archi, aggiungono le fonti, deriverebbe dalle incisioni e dai simboli presenti sugli archi stessi.E’ dal 20 maggio scorso che i miliziani dell’Is hanno preso il controllo di Palmira, dopo il ritiro dell’esercito di Bashar al-Assad dalla città storica. Da allora i jihadisti hanno già distrutto un paio di templi. Secondo l’Unesco, Palmira rappresenta uno dei centri culturali più importanti del mondo antico. Le notizie sulla sua esistenza risalgono al XIX secolo a.C. quando era conosciuta e citata negli antichi documenti con il nome di Tadmor o Tamar, come è chiamata nella Bibbia che la ricorda come fortificata da Salomone. Per oltre un millennio, però, sulla città cala il silenzio, fino alla conquista da parte dei Seleucidi che, nel 323 a.C. prendono il controllo della Siria.Palmira si mantiene indipendente fino a circa il 19 a.C., nonostante ormai il Paese fosse nelle mani dei Romani. E’ sotto il regno di Tiberio e poi di Nerone che la città viene annessa all’Impero. Plinio il Vecchio ne racconta le ricchezze del suolo e l’importanza che essa ricopre all’epoca nei commerci tra Roma e l’Oriente, soprattutto Cina, India e Persia. Nel II secolo d.C. Adriano la visita e la proclama città libera, dandole il nome di Palmira Hadriana. Tra la fine del II e l’inizio del III secolo, Settimio Severo o il suo successore, il figlio, Caracalla, concede a Palmira lo statuto di città libera. E’ nel III secolo che la città diventa famosa sotto il regno della regina Zenobia e del figlio Vaballato, che sognano di formare un impero d’Oriente da affiancare a quello di Roma. La mitica regina, infatti, inizia a ribellarsi al potere della città eterna e conquista Egitto, Palestina e Arabia, spingendosi fino alla Cappadocia e alla Bitinia. Ma la proclamazione di Aureliano a imperatore pone fine alle ambizioni di Zenobia e del figlio. Palmira viene conquistata, abbandonata e diventa base militare per le legioni romane. Dopo un periodo di nuova fioritura con l’impero bizantino, la città va in rovina sotto il dominio arabo. Dal punto di vista archeologico, la città è ricca di necropoli, santuari, terme e ha un museo, fondato nel 1961, che custodisce reperti di altissimo valore.

 

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