FILE - In this Jan. 30, 2015, file photo, a Syrian Kurdish sniper looks at the rubble in the Syrian city of Ain al-Arab, also known as Kobani. The Kurds of Syria and Iraq have become a major part of the war against the Islamic State group, with Kurdish populations in both countries threatened by the militants' advance. Syrian, Iraqi and Turkish Kurds took part in cross-border operations to help rescue tens of thousands of displaced people from the minority Yazidi group from Iraq's Sinjar Mountain in August last year and they continue to fight in cooperation with one another against the Islamic State group in areas along the Iraq-Syria border. (ANSA/AP Photo, File)

Iraq: premier Abadi annuncia offensiva a Tal Afar contro Stato islamico, “arrendetevi o morite”

Le forze irachene hanno lanciato ufficialmente l’offensiva terrestre per liberare il distretto di Tal Afar, a ovest di Mosul, dal giogo dello Stato islamico (Is). Lo ha annunciato il primo ministro iracheno Haider al Abadi alla televisione pubblica. “Arrendetevi o morite”, ha dichiarato il titolare dell’esecutivo e comandante in capo delle Forze armate. Da settimane l’Esercito iracheno, la polizia federale e le milizie a maggioranza sciita “Al Hashd Al Sha’abi” ammassano truppe nei pressi di Tal Afar, ultimo bastione dello Stato islamico nell’Iraq settentrionale dopo la caduta di Mosul lo scorso 10 luglio. Le operazioni aeree su Tal Afar contro obiettivi dell’Is sono iniziate lo scorso 15 agosto. Prima dell’annuncio di Abadi, l’aviazione ha gettato dei volantini per avvertire la popolazione civile dell’offensiva imminente. Secondo il generale Yahia Rasool, a Tal Afar sono presenti tra i 1.400 e i 1.600 combattenti, inclusi molti “foreign fighter”. “Non penso che sara’ piu’ dura della battaglia di Mosul, prendendo in considerazione l’esperienza che abbiamo accumulato”, ha detto il generale in un colloquio con i giornalisti.

Le Unita’ della mobilitazione popolare (Pmu, coalizione di milizie a maggioranza sciita, Al Hashd Al Sha’abi in arabo) hanno annunciato il dispiegamento di circa 20 mila combattenti a Tal Afar per partecipare alla liberazione del distretto. Lo ha affermato Ahmed al Asadi, portavoce delle Pmu, aggiungendo che la battaglia durera’ diverse settimane. Non e’ ancora chiaro quale sara’ il ruolo delle milizie nelle operazioni militari. Turchi e curdi hanno piu’ volte manifestato la loro contrarieta’ all’ingresso delle Pmu all’interno di Tal Afar, temendo violenze sui civili. E’ probabile che i miliziani sciiti si limitino a circondare il perimetro della zona dei combattimenti, con il compito di intercettare eventuali jihadisti in fuga, come avvenuto a Mosul.

A Tal Afar, citta’ a maggioranza turcomanna in mano allo Stato islamico dal 2014, si sarebbero rifugiati i militanti islamisti fuggiti da Mosul. La citta’ riveste un forte valore strategico, in quanto situata sulla direttrice occidentale di Mosul, vicino al confine con la Siria. La sua riconquista permetterebbe quindi di tagliare la principale via di rifornimento e comunicazione tra Mosul e i territori controllati dal gruppo jihadista in Siria. In questi mesi sono circolate diverse voci sulla presenza del sedicente “califfo” dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, proprio nella zona di Tal Afar, dove lo Stato islamico sfrutta gli stretti legami con parte della popolazione locale. Infatti molti degli alti comandanti militari dell’autoproclamato califfo provengono proprio da Tal Afar che durante il periodo di presenza in Iraq delle forze statunitensi era divenuta la roccaforte del fondatore di al Qaeda nella Penisola arabica e ispiratore dello stesso Stato islamico Abu Musab al Zarqawi.

A causa dei frequenti scontri tra sunniti e sciiti avvenuti in questi anni, piu’ volte i rappresentanti istituzionali iracheni hanno assicurato che le Unita’ di mobilitazione popolare (Pmu, coalizione di milizie a maggioranza sciita) non entreranno a Tal Afar, ma rimarranno nelle aree periferiche fornendo solo un ruolo di appoggio ai militari dell’esercito iracheno. L’avanzata delle milizie sciite preoccupa pero’ i turcomanni sunniti che vivono a Tal Afar, soprattutto ora che i paramilitari si troverebbero proprio alle porte della citta’ e da oltre un mese bombardano le postazioni dell’Is presenti nell’abitato. Secondo fonti locali, inoltre, delle milizie sciite impegnate nell’operazione a Tal Afar farebbero parte almeno 3 mila turcomanni sciiti costretti a fuggire dalla citta’ nel 2014 dopo l’occupazione dello Stato islamico.

Per la liberazione completa dell’Iraq dal giogo dello Stato islamico mancano ancora la citta’ di Tal Afar, nella provincia di Ninive a ovest di Mosul, il distretto di Hawija, nella provincia di Kirkuk, e la citta’ di Qaim, nella provincia di Anbar, al confine con la Siria e la liberazione di Tal Afar e Hawija avverra’ entro fine settembre. E’ quanto affermato in un’intervista ad “Agenzia Nova” dall’ambasciatore iracheno in Italia, Ahmed Bamarni, in occasione della Festa per la liberazione di Mosul organizzata lo scorso 27 luglio a Roma dall’ambasciata di Baghdad. “La liberazione di Tal Afar e Hawija avverra’ entro fine settembre – aveva detto l’ambasciatore – ed entro fine anno tutto il paese sara’ libero”.

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