Iran's President Hassan Rouhani gives a press conference in Tehran, Iran, Sunday, Oct. 14, 2019. Rouhani announced his nation would begin working with advanced IR-9 centrifuges. It's unclear what those centrifuges can do, though Iran has a host of advanced centrifuges that enrich uranium more rapidly than those allowed under the accord. (ANSA/AP Photo/Ebrahim Noroozi) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved.]

Iran, nuovo ultimatum di 2 mesi di Teheran sul nucleare

Il presidente iraniano Hassan Rohani ha dato un altro ultimatum di due mesi ai partner dell’accordo nucleare, al termine del quale ci sarà un’ulteriore riduzione degli impegni del suo Paese se non saranno soddisfatte le richieste di compensazione delle sanzioni Usa. L’annuncio giunge all’indomani della rivelazione da parte dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana di altre violazioni dell’intesa, da cui Washington si è ritirata unilateralmente lo scorso anno, tra cui il fatto di aver decuplicato la produzione quotidiana di uranio a basso arricchimento. Secondo l’annuncio dato oggi da Rohani, la Repubblica islamica inizierà a introdurre gas uranio nelle 1.044 centrifughe di tipo IR-1, di prima generazione, dell’impianto di Fordo, il cui impiego era stato congelato dopo l’intesa con i 5+1.

Il procedimento è usato per produrre uranio arricchito sotto forma di isotopo 235. Le attività, ha precisato Rohani, saranno sotto la supervisione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, come le altre attività nucleari di Teheran.

Teheran inizierà a iniettare uranio in 1.044 centrifughe, dando il via a un nuovo step di allontanamento dall’accordo nucleare. Lo ha annunciato il presidente iraniano Hassan Rohani in una dichiarazione in un discorso trasmesso in diretta dalla televisione di stato iraniana. Il presidente iraniano ha reso noto che nei macchinari nell’impianto nucleare di Fordo sarà iniettato l’uranio a partire da mercoledì.

Rohani ha annunciando stamani un nuovo passo nel disimpegno dall’accordo sul nucleare del 2015, alla scadenza del quarto ultimatum ai partner Ue per compensare gli effetti delle sanzioni Usa.

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