Ipertensione, scoperta la ‘chiave’ della malattia.

Dopo 10 anni di ricerche alcuni scienziati dell’Università di Sydney hanno spiegato un enigma critico nell’ipertensione, fattore di rischio elevato di attacchi cardiaci ed ictus, di cui soffre un quarto degli adulti nel mondo occidentale.

Il docente di scienze mediche molecolari dell’ateneo, Brian Morris, ed i ricercatori hanno identificato il ruolo misterioso dell’enzima renina, che fa scaturire il disturbo.

Hanno inoltre scoperto l’azione di due micro-RNA, un materiale genetico fino ad oggi sconosciuto, che ha un effetto destabilizzante nella produzione di renina.

Tale ricerca è stata pubblicata dalla nota rivista Hypertension, la quale mostra che nei reni ipertensivi il gene della renina è sei volte più attivo, mentre i micro-RNA lo sono sei volte di meno.

Il fatto che la renina svolgesse un ruolo significativo nella pressione alta era già noto, ma finora non era ancora chiaro come ciò avvenisse.

La ricerca è la prima ad usare reni umani che sono stati donati da 42 pazienti a cui erano stati asportati per ragioni mediche, essendo malati di cancro.

L’equipe di Morris quindi ha potuto usare l’ultima tecnologia genomica per sondare i reni e scoprire la dinamica dell’espressione dell’intero genoma nell’ipertensione umana, siccome nessuno aveva prima potuto studiare reni umani di pazienti ipertensivi.

Tale scoperta apre così la strada alla formulazione di farmaci mirati in grado di rivoluzionare il trattamento della condizione, bloccando alla fonte l’espressione della renina.

 

In Italia sono circa 10 milioni le persone che soffrono di pressione alta ed alcune non ne sono nemmeno a conoscenza.

Proprio pochi giorni fa un’altra ricerca canadese sullo stesso tema aveva fatto emergere come lavorare di notte non fa bene alla salute e può determinare il rischio di incorrere in modo più facile nell’ipertensione, nell’infarto, nel colesterolo e nel diabete.

Tale ricerca aveva messo l’accento sul fatto che nelle ore dedicate al riposo il nostro organismo appare più vulnerabile.

Quindi se vengono stravolti i ritmi del sonno e della veglia, si può incorrere in un indebolimento del sistema immunitario, con conseguenze anche gravi in termini di salute.

Il coordinatore della ricerca canadese, Joan Tranmer, ha spiegato :“Il rischio di ipertensione, colesterolo elevato, diabete o infarto è risultato maggiore nelle ultra 45enni, nelle donne in menopausa, in chi opera su turni da più di sei anni e, più in generale, in chi è sottoposto a rotazione nell’attività lavorativa”.

 

Secondo una terza ricerca condotta dall’Università di Vigo in Spagna e pubblicata sul Journal of the American Society of Nephrology, per curarsi sarebbe meglio assumere i farmaci anti-ipertensivi nelle ore serali, piuttosto che al mattino poiché si riduce del 50% il rischio di ictus.

 

 

Gli scienziati per arrivare a tali conclusioni hanno esaminato oltre 600 pazienti affetti da ipertensione e malattie renali, e la ricerca è durata oltre cinque anni.

In tale periodo si è potuto dimostrare che i pazienti che assumevano la pastiglia anti-ipertensiva la sera avevano meno probabilità di andare incontro ad eventi spiacevoli come ictus ed infarti.

 

Per prevenire l’ipertensione già da giovani si può partire dal cambiamento di alcune abitudini quotidiane come tenere sotto controllo il sale che si assume con l’alimentazione, tenere a bada il peso, consumare cibi ricchi di calcio e ridurre il consumo di caffè ed alcool.

 

G.S.

 

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