Intelligenza artificiale tra Papa Francesco e ‘algoretica’

“L’intelligenza artificiale è una sfida epocale per l’intera società. Siamo di fronte a una nuova frontiera del progresso, che per la prima volta nella storia rischia di mettere in discussione il principio stesso della centralità dell’uomo”. Giorgia Meloni lo ha ribadito nel videomessaggio inviato al Summit di Seoul sull’intelligenza artificiale, co-organizzato dal presidente della Repubblica di Corea, Yoon Suk Yeol, e dal primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak.

“Rispetto ad ogni altra rivoluzione del passato, l’intelligenza artificiale generativa prefigura un mondo nel quale il progresso non ottimizza più le capacità umane, ma le sostituisce. E se in passato questa sostituzione riguardava soprattutto il lavoro fisico, in modo che le persone potessero dedicarsi ai lavori intellettuali e di organizzazione, ora è l’intelletto che rischia di essere sostituito”, ha proseguito Meloni, avvertendo sul rischio di “un impatto, se non gestito, inevitabile anche sui lavoratori a più alta specializzazione”. “Sempre più lavoratori – ha spiegato il premier – potrebbero diventare inutili; la ricchezza rischierebbe di concentrarsi e verticalizzarsi più di quanto non lo è già ora; e la classe media, spina dorsale delle nostre società, potrebbe sparire”.

Ma, ha sottolineato ancora Meloni, “l’intelligenza artificiale è destinata ad incidere anche sugli scenari geopolitici e sugli equilibri attuali, perché può garantire a chi la gestisce e la utilizza un vantaggio competitivo”. “La storia ci ha insegnato che dalla competizione per procurarsi quel vantaggio competitivo e dalle differenze tra chi ha raggiunto quel vantaggio e chi resta indietro possono nascere tensioni, se non addirittura conflitti. Per questo – ha chiarito – è necessario costruire insieme, nel rispetto della differenza di approcci tra le diverse realtà nazionali, dei meccanismi di governance globali”.

Meloni quindi ha ricordato che “al Vertice dei Leader in Puglia saremo onorati di ospitare, nella sessione ‘outreach’ dedicata a questo tema, Papa Franceso “. “È la prima volta nella storia che un Pontefice parteciperà ai lavori del Gruppo dei Sette e io sono convinta – ha chiarito il presidente del Consiglio – che la sua presenza darà un contributo decisivo alla definizione di un quadro regolatorio, etico e culturale all’intelligenza artificiale”.

“Il linguaggio dell’intelligenza artificiale è adattabile e cambia rapidamente, e noi – ha chiarito Meloni – dobbiamo garantire la stessa adattabilità e rapidità di cambiamento, se non vogliamo che i rischi che possono derivare dallo sviluppo di questa tecnologia impediscano di coglierne le grandi opportunità. Non è una sfida facile, ma – ha concluso il premier – siamo pronti come sempre a fare la nostra parte, senza esitazioni”.

Via libera definitivo all’unanimità del Consiglio Ue all’AI Act, la legge europea sull’intelligenza artificiale che disciplina lo sviluppo, l’immissione sul mercato e l’uso dei sistemi di IA in Ue. La legge, la prima al mondo in materia, detta una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori di sistemi di IA in base ai diversi livelli di rischio identificati. Le nuove regole saranno applicabili a due anni dall’entrata in vigore, con l’eccezione dei divieti, che scatteranno dopo sei mesi, dei controlli sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance (12 mesi) e degli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi).

L’ambizione della legge europea sull’Intelligenza artificiale: creare uno standard globale.  La legislazione segue un approccio basato sul rischio: maggiore è il rischio di causare danni alla società, più severe saranno le regole. È il primo del suo genere al mondo ed ambisce a stabilire uno standard globale per la regolamentazione dell’Ia, un ambito tecnologico nel quale l’Ue è rimasta indietro rispetto a Usa e Cina. La nuova legge mira a promuovere lo sviluppo e l’adozione di sistemi di Ia sicuri e affidabili nel mercato unico dell’Ue da parte di attori pubblici e privati. Nello stesso tempo, mira a garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Ue e a stimolare gli investimenti e l’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale in Europa. La legge sull’Ia si applica solo ad ambiti soggetti al diritto dell’Ue e prevede esenzioni, ad esempio, per i sistemi utilizzati esclusivamente per scopi militari e di difesa, nonché per scopi di ricerca.

È la prima volta nella storia che un pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette. Ha parlato  sul tema cruciale dell’intelligenza artificiale, argomento che la premier ha voluto al centro dell’agenda. Sull’argomento, la posizione del Vaticano è abbastanza nota: al Papa non sfugge quanto e come certe formidabili applicazioni di IA possano risultare estremamente pericolose per l’umanità. Si è già espresso in due messaggi sull’argomento: in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni e nel messaggio per la pace. In particolare,  si è soffermato sulle implicazioni etiche che riguardano l’interconnessione tra le nuove tecnologie e il settore degli armamenti: “La possibilità di condurre operazioni militari attraverso sistemi di controllo remoto ha portato a una minore percezione della devastazione da essi causata e della responsabilità del loro utilizzo. Contribuendo a un approccio ancora più freddo e distaccato all’immensa tragedia della guerra”.

Le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale, ha evidenziato il Papa, devono essere utilizzate per “promuovere lo sviluppo umano integrale per introdurre importanti innovazioni: nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura per migliorare il livello di vita di intere nazioni e popoli. Il modo in cui la utilizziamo per includere gli ultimi, cioè i fratelli e le sorelle più deboli e bisognosi, è la misura rivelatrice della nostra umanità”. L’Osservatore Romano, in una analisi in prima pagina ha evidenziato come “al Pontefice” non sfugga “la pericolosità di alcune applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, che spesso rimangono in secondo piano. C’è il problema dei suoi campi d’applicazione, che – come in molte altre innovazioni scientifiche e tecnologiche che l’hanno preceduta – sembrano dare precedenza all’area militare”.

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