Intellettuali tedeschi: “L’Europa vive o muore con l’Italia”

Un gruppo di intellettuali, scrittori, registi tedeschi – Peter Bofinger, professore di economia all’università di Wurzburg, Daniel Cohn-Bendit, ex deputato europeo, Joschka Fischer, ex ministro degli affari esteri, Rainer Forst, filosofo, Marcel Fratzscher, economista, Jurgen Habermas, filosofo, Axel Honneth, filosofo e sociologo, Julian Nida-Rumelin, filosofo, Volker Schloendorff, regista, Peter Schneider, scrittore, Simon Strauss, scrittore – hanno scritto una lettera aperta di solidarietà con l’Italia. L’Europa, scrivono, vive o muore con l’Italia. L’Italia non va lasciata al suo destino.

Nelle ultime 24 ore in Italia è morto un migliaio di persone a causa del Corona Virus. Questa notizia non viene da un altro pianeta o da un continente lontano. Arriva da un paese vicino, un paese fondatore dell’Unione Europea, un paese di cui noi amiamo la luce, la cultura e il buon umore. Molti di noi hanno vissuto in Italia, hanno imparato la lingua, ne hanno apprezzato il cinema, l’architettura, la pittura e non ultimo l’umorismo, come dimostrato recentemente da un video dove si vede un uomo che allegramente dimostra come si può trasformare un’assorbente in una mascherina. Noi firmatari di questo appello, amiamo la cultura italiana. E siamo sconvolti per la mostruosa vastità della devastazione che il virus sta provocando. Il paese muore sotto i nostri occhi. Ovunque in Europa ci sono esempi di aiuto e di solidarietà di vicinato. Migliaia di giovani volontari prestano il loro aiuto agli anziani che vivono in casa da soli.

In Sassonia vengono curati malati gravi provenienti dall’Italia, mentre pazienti francesi, privi di assistenza, sono curati nella Saar. Si nota un nuovo clima: valori come solidarietà, empatia e gioia stanno diventando popolari. Ma sulla questione decisiva, i paesi del Nord esprimono freddezza nei confronti dei fratelli e sorelle del Sud. Si rifiutano categoricamente di approvare un fondo garantito da tutti membri dell’Unione Europea che permetterebbe ai paesi più colpiti di ottenere crediti urgentemente necessari per la sopravvivenza. I politici tedeschi sono orgogliosi della Germania, che grazia alla politica del «zero nero», può avere qualsiasi credito immediato a basso tasso sui mercati internazionali. Concediamogli pure le pacche sulle reciproche spalle! Ma a cosa serve l’autocompiacimento quando vedono un paese come l’Italia in gravi difficoltà? Cosa dobbiamo pensare di un fratello maggiore il quale, di fronte ad un migliaio di morti al giorno nel paese del parente più piccolo scuote la testa e dice: «Ti ho messo sempre in guardia dal fare debiti troppo alti facendo una pessima economia». Può costui essere contento di aver avuto ragione? No! La Comunità Europea deve immediatamente creare un Corona-Bond che permetta ai paesi più colpiti di finanziare interventi urgenti per la salute della popolazione e poi a sostegno dell’economia.

Perché i giovani italiani dovrebbero credere nell’Europa se in un momento di grave bisogno sono abbandonati, ricordando tra l’altro che l’Europa non è mai intervenuta per combattere la disoccupazione dei giovani tra i 18 e 26 anni che oscilla tra il 30 e 50 %. l’Euro-Bond rappresenterebbe un aiuto immediato, limitato nel tempo, che permetterebbe all’Italia e agli altri paesi, la cui esistenza è in pericolo, di sopravvivere per i prossimi mesi. Non fare nulla prefigurerebbe il reato di omissione di soccorso. A cosa serve l’Europa se al tempo del Corona Virus non dimostra che gli Europei sono uniti nella sfida del futuro. Avanti popoli!

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