Ingroia si candida e attacca tutti. “Bersani ha tradito Berlinguer”. “Grasso voluto dal Cav”

“Da magistrato non avrei mai creduto di dovermi ritrovare qui per continuare la mia battaglia per la giustizia e la legalità  in un ruolo diverso. Ma non siamo in un Paese normale e in una situazione normale. Siamo in una emergenza democratica dovuta allo strapotere della criminalità organizzata e alla inadeguatezza della politica. E allora, come ho detto, io ci sto. E’ venuto il momento della responsabilità istituzionale e politica”. Antonio Ingroia scioglie la riserva e si candida come premier alle prossime elezioni politiche per realizzare quella, come dice in una affollata conferenza stampa, “rivoluzione pacifica, una rivoluzione dei cittadini, una rivoluzione civile”. E così il numero di ex magistrati che scendono o salgono in politica, a seconda delle preferenze, va sempre di più ingrossandosi. Agli elettori si presenterà con il simbolo, un tondo arancione che sfuma verso il basso che lascia il posto alla scritta ‘Rivoluzione civile. Ingroia’. Ma quella di Ingroia è stata una arringa contro Bersani e Grasso. Secondo il pm in aspettativa, il segretario del Pd ha tradito gli insegnamenti e l’eredità di Pio Latorre e Enrico Berlinguer nella lotta alla mafia. “Chi ha alle spalle storie così  importanti dovrebbe ricordarsi il valore della moralità e la lotta alla mafia devono essere la priorità dell’agenda politica. Proveremo a mettere sulle nostre spalle questa eredità che il Pd ha abbandonato”. Insomma, a sentire le sue parole, il partito democratico avrebbe “smarrito la strada” e la coerenza con “la storia della lotta alla mafia” è ora rappresentata solo dal suo schieramento. Si dice profondamente deluso da Bersani che “avevo giudicato serio e credibile ma gli chiedo di uscire dalle contraddizioni della sua linea politica”. Ai suoi appelli, sia pubblici che privati, non ha ricevuto alcuna risposta “eppure- chiosa sarcasticamente Ingroia- quando chiamavo Falcone e Borsellino rispondevano subito. Il silenzio di Bersani è in equivoco”. E questo significa che non farà alcun patto elettorale con il Democrats. Ma ha parole durissime anche per Piero Grasso da ieri passato ufficialmente sotto le insegne del Pd. Per Ingroia fu Silvio Berlusconi a sceglierlo come Procuratore nazionale antimafia al posto di Giancarlo Caselli “colpevole di aver fatto processi sui rapporti tra mafia e politica”. E per ricambiare il leader del Pdl per questo importante riconoscimento Grasso, attacca ancora Ingroia, voleva dare, nel maggio del 2012, “un premio al governo Berlusconi per essersi distinto nella lotta alla mafia”.

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