“Per meè una giornata importante, non solo per ragioni professionali. Abbiamo chiuso la più importante indagine della Procura di Palermo degli ultimi anni”. Così Antonio Ingroia ha commentato, in un dibattito a Reggio Calabria, la richiesta di rinvio a giudizio sulla trattativa Stato-mafia.
“Vent’anni fa – ha detto – si è avviata una stagione di terrore. Oggi sappiamo che al di la delle apparenze dietro le quinte c’era un pezzo dello Stato che trattava con la mafia”.
“Ho giurato sulla bara di Paolo Borsellino – ha detto Ingroia – che non avrei avuto pace fino a quando non si sarebbe scoperta tutta la verità su quella strage. Non posso ancora dire di essere tranquillo, rispetto a questo giuramento, ma, chiusa questa indagine, mi sento più sereno e penso che un pezzo di verità sia stato finalmente ricostruito”.
La politica conP maiuscola – ha proseguito il procuratore aggiunto di Palermo – deve stare al servizio del cittadino, non deve temere la verità e la giustizia. Ma la politica degli ultimi anni non guarda mai agli interessi dei cittadini, cerca la propria impunità, togliendo mezzi alla magistratura e accusandola di invadere il campo politico. Se oggi questa politica è predominanteè anche responsabilità dei cittadini. La magistratura continuerà a svolgere la sua parte ma ritengo che sulla stagione delle stragiè stato già fatto il massimo, più di così non potevamo fare. Ora abbiamo bisogno della politica per avere gli strumenti necessari a rompere il silenzio dei testimoni, abbattere l’omertà degli uomini dello Stato e la reticenza istituzionale”.
“Oggi sappiamo – ha detto il pm – che il mio amico e maestro Paolo Borsellino fu ucciso perche’ era ritenuto un ostacolo rispetto alla trattativa tra Stato e mafia. A vent’anni dalla sua morte l’avvio del procedimento nei confronti degli autori della trattativa deve essere considerato un omaggio al suo nome. Sulla trattativa dobbiamo distinguere diverse responsabilità. La responsabilità penale cheè personale e si verifica sulla base di prove concrete, la responsabilità storico-politica di chi governava in quegli anni e la responsabilità di chiè venuto dopo e non ha mai voluto affrontare la questione”
Nello Boni
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