Industria, aumentano le donne lavoratrici: superato il milione e tre

ROMA. Le donne d’impresa hanno superato il muro del milione e trecento mila unità e, con la loro attività, caratterizzano alcuni settore chiave. Il delle lavoratrici all’interno delle imprese, è cresciuto di anno in anno, al punto che ci sono alcune attività che hanno nella femminilizzazione la loro peculiarità. Prendiamo, per esempio, l’industria della vacanza e del tempo libero, anche sotto il profilo culturale, in questo settore la componente imprenditoriale femminile è cospicua. Passando ai dati, affermano che, a fine giugno 1.306.214 imprese iscritte al registro delle camere di commercio, pari al 21,6% del totale, vantano una donna al vertice o una partecipazione femminile maggioritaria. In settori come l’industria della vacanza, la componente femminile è ancor più elevata e tocca punte del 40% nelle agenzie di viaggio, negli altri servizi di prenotazione tra cui quelli che riguardano le guide turistiche, negli alloggi per le vacanze, nelle attività di biblioteche e archivi. Le imprese femminili rappresentano più o meno un terzo delle attività dei tour operator, degli alberghi, delle forniture per catering, dei bar, delle attività dei musei, della gestione dei parchi divertimento e parchi tematici e di stabilimenti balneari. Superando abbondantemente il 25% nella direzione dei campeggi, nei ristoranti, nelle mense, nella gestione di palestre e di altre attività ricreative e di divertimento. La geografia dice, che la presenza delle donne d’impresa è forte soprattutto in alcune regioni del sud. Sono il Molise, la Basilicata e l’Abruzzo a guidare la classifica per tasso di femminilizzazione dell’economia, con valori compresi tra il 25 e il 28 per cento. Sul fronte opposto ci sono alcune regioni del nord dove il tasso di occupazione è molto alto, come il Trentino Alto Adige, la Lombardia e il Veneto, in cui la presenza di donne di impresa è inferiore al 20%. Approfondendo l’analisi a livello provinciale, in vetta alla graduatoria si incontrano ancora province del sud come Benevento, Avellino, Chieti, Frosinone e le due province molisane con tassi superiori al 28%, mentre Milano, Monza, Brianza, Reggio Emilia, le due province del Trentino Alto Adige, Como, Lodi, Lecco e Vicenza sono sotto il 19 per cento.

Fabio D’Amora

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