Incontro positivo tra Letta e Napolitano

Enrico Letta stamattina ha incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per discutere di prospettive di governo e delle scelte da fare in un incontro che è stato ritenuto positivo. A seguito di questo il premier più è apparso più determinato ad accelerare per la presentazione di Impegno Italia, base del rilancio programmatico del governo. In realtà è stata posta sul tavolo il dossier di impegno per il 2014 convinto che la concretezza sia un fattore determinante. Occupazione, politica fiscale, sburocratizzazione e legalità sono infatti i temi principali messi in agenda programmatica. Resta invece aperto il discorso sulla riorganizzazione della squadra di governo. La via più semplice sarebbe quella del mini-rimpasto. ”Nelle prossime ore presenterò una mia proposta di patto di coalizione fra i partiti che sostengono il governo, ed il progetto di governo che presenterò è convincente e sono convinto che convincerà tutti i partiti che lo sostengono”, ha detto il presidente del Consiglio. Uno dei punti cardini sarà rappresentato dal rilancio dell’economia. Si è parlato anche di uno slittamento di 48 ore, per votare in Aula gli emendamenti alla legge elettorale dopo la direzione del Pd anticipata al 13 febbraio. Il segretario del Partito Democratico infatti ha toccato il tema del governo. “All’esigenza di tenere insieme legge elettorale e riforme non basta rispondere con un emendamento. La domanda è: il governo così com’è aiuta le riforme o no?”. Quindi l’annuncio. “Non c’è un problema tra Pd e governo, noi siamo sempre stati leali”, ma il tema “è politico e per questo chiedo di anticipare al 13 la Direzione”. “C’è bisogno di un approfondimento in sede politica. Decidiamo se la batteria di questa legislatura va cambiata o ricaricata. Il punto è se è nelle condizioni di utilizzare l’81% dell’energia che le rimane davanti dopo che ha utilizzato il 19% della barra vita”. Usando la metafora di un videogame Matteo Renzi pone dunque della discussione sul governo “nelle forme che decideremo con il presidente del Consiglio”. E su tre emendamenti alla legge elettorale, attesa in Aula, la minoranza Pd non demorde: il primo è che la riforma entra in vigore solo dopo il superamento del Senato, il secondo chiede primarie obbligatorie pur prevedendo deroghe, il terzo vuole la parità di genere. E’ stato questo l’esito della riunione dell’area Cuperlo. Per la minoranza del Partito Democratico i 3 punti sono dirimenti e “irrinunciabili” a fronte della disponibilità espressa a ritirare gli altri emendamenti, riguardanti collegi e soglie di sbarramento. Per la sinistra, che stasera si riunirà in assemblea con il segretario Matteo Renzi, è segno di “responsabilità” portare avanti queste richieste che devono essere “di tutto il partito”. Del resto, spiegano alcuni partecipanti alla riunione, l’emendamento Lauricella, che chiede che la legge elettorale entri in vigore solo dopo la riforma del Senato, va proprio nella direzione indicata dal segretario di un pacchetto di riforme complessivo. Sono intanto circa 450 gli emendamenti alla riforma elettorale presentati in Aula alla Camera dai deputati dei vari gruppi.

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