La mozione di sfiducia presentata dall’opposizione ha avuto esito negativo, con 18 voti contrari. Sentita anche Cristiana Bartolini come persona informata dei fatti
L’inchiesta sulla Liguria continua a svelare nuovi dettagli, con i principali indagati ancora agli arresti, tra cui il governatore Giovanni Toti. Nella giornata del 4 giugno, il Consiglio Regionale della Liguria ha rigettato la mozione di sfiducia presentata contro il presidente Giovanni Toti. La votazione ha visto 18 voti contrari, e 11 voti favorevoli.
La mozione intitolata “Sfiducia nei confronti del presidente della giunta regionale” è stata portata avanti da diversi membri del Consiglio: Luca Garibaldi, Ferruccio Sansa, Fabio Tosi, Giovanni Battista Pastorino, Roberto Arboscello, Enrico Ioculano, Davide Natale, Armando Sanna, Selena Candia, Roberto Centi, e Paolo Ugoli. Questo documento esprimeva la mancanza di fiducia verso il presidente Giovanni Toti, che dal 7 maggio scorso è agli arresti domiciliari a seguito di un’inchiesta, con il vicepresidente Alessandro Piana che ha assunto il ruolo ad interim.
Il testo della mozione sottolineava non solo aspetti politici, ma anche preoccupazioni pratiche. Secondo il documento, la situazione attuale comporterebbe un blocco delle attività amministrative e istituzionali della Regione. Questa circostanza, per garantire la protezione dell’Ente, costringerebbe gli uffici regionali ad adottare ulteriore cautela nella valutazione delle singole procedure, causando ritardi nell’ordinaria attività amministrativa e gestionale.
Nel documento si proponeva la necessità di sciogliere il Consiglio regionale e di indire nuove elezioni. Questo passo era ritenuto essenziale per superare l’impasse amministrativa e garantire la normale operatività della Regione.
Giovanni Toti ha scritto una lunga lettera, consegnata all’assessore Giacomo Giampedrone durante l’incontro autorizzato dalla procura di Genova. Lettera letta martedì in Consiglio regionale dal capogruppo della Lista Toti Alessandro Bozzano.
Giampedrone afferma che il presidente Toti, ai domiciliari dal 7 maggio: “Passa le sue giornate a studiare e a scrivere. Legge tutto, custodisce in una cartellina trasparente gli articoli che possono essere utili per la sua difesa”. Aggiunge: “E’ molto sereno e motivato, ha studiato a lungo le carte e vorrebbe riprendere al più presto il suo lavoro al sevizio dei liguri. Al momento infatti non ha intenzione di dimettersi e attende di tornare nel suo ruolo per fare tutti i confronti con la maggioranza e lì decidere il cammino da continuare insieme oppure fare altri tipi di valutazioni, che comunque spettano direttamente a lui. È molto riconoscente agli alleati che lo sostengono, al presidente ad interim Piana, alla giunta e alla maggioranza per il grande lavoro che stanno portando avanti con grande compattezza. Ed è rimasto anche colpito dai tantissimi messaggi di solidarietà e appoggio che sono arrivati in queste settimane ai suoi familiari”.
All’interno della lettera Toti rivendica “l’interesse pubblico in ogni nostra scelta” e la sicurezza “che la maggior parte dei liguri comprendano e apprezzino il cammino fatto e i risultati raggiunti dal nostro governo”.
Giampedrone ha parlato per oltre quattro ore con Toti. “E’ molto sereno e motivato – ha aggiunto -, ha studiato a lungo le carte e vorrebbe riprendere al più presto il suo lavoro al sevizio dei liguri”.
Dimissioni? Ipotesi non sul tavolo “Al momento non ha intenzione di dimettersi e attende di tornare nel suo ruolo per fare tutti i confronti con la maggioranza e lì decidere il cammino da continuare insieme oppure fare altri tipi di valutazioni, che comunque spettano direttamente a lui. È molto riconoscente agli alleati che lo sostengono, al presidente ad interim Piana, alla giunta e alla maggioranza per il grande lavoro che stanno portando avanti con grande compattezza – ha concluso -. Ed è rimasto anche colpito dai tantissimi messaggi di solidarietà e appoggio che sono arrivati in queste settimane ai suoi familiari”.
Un lungo intervento, un intervento politico con il quale si rivendica “l’interesse pubblico in ogni nostra scelta” e la certezza “che la maggior parte dei liguri comprendano e apprezzino il cammino fatto e i risultati raggiunti dal nostro governo”. Sono alcuni degli stralci della lettera che Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio, ha consegnato all’assessore Giacomo Giampedrone, durante l’incontro.
La soprintendente delle Belle arti di Genova, Cristina Bartolini, è stata ascoltata ieri 4 giugno in procura come persona informata sui fatti. La sua deposizione, durata un’ora e mezza, ha riguardato il controverso progetto di riempimento di Calata Concenter.
L’architetto Bartolini ha fornito alla procura dettagli fondamentali sulla questione del riempimento di Calata Concenter, un’area portuale destinata a essere riempita con materiali di scavo provenienti dal tunnel subportuale, al fine di creare una nuova zona container di interesse per Aldo Spinelli. Bartolini aveva espresso dubbi sul progetto, a causa di una restrizione ministeriale che impediva tali interventi.
In un’intervista, la soprintendente aveva dichiarato di non aver ricevuto alcuna comunicazione o richiesta dall’autorità portuale riguardo alla volontà di procedere con il riempimento di Calata Concenter. Per questo motivo, il vincolo del Mibac del 2020, che proibiva il tombamento, rimaneva in vigore. Tale prescrizione era stata accettata e sottoscritta anche dal presidente dell’AdSp, Paolo Emilio Signorini.
Le carte dell’inchiesta rivelano che Paolo Emilio Signorini considerava la Sovrintendenza un ostacolo alla realizzazione del progetto di riempimento. In conversazioni con Aldo Spinelli e il sindaco Marco Bucci, Signorini aveva evidenziato la necessità di risolvere questo problema per procedere con il progetto.
Intercettazioni rivelano il ruolo di un agente segreto nelle concessioni portuali. Secondo le rivelazioni del quotidiano La Verità, “Mister X” è un agente con un passato nel colosso Psa, una società di Singapore che opera nel porto di Genova. Questa figura, ora funzionario dell’intelligence italiana, avrebbe cercato di influenzare le decisioni relative alle concessioni portuali, in particolare quelle riguardanti Aldo Spinelli e Gianluigi Aponte. Spinelli è stato arrestato, mentre Aponte non è indagato. La società singaporiana avrebbe interesse a sabotare progetti come la nuova diga foranea e le nuove banchine.
Le intercettazioni indicano che Mister X avrebbe tentato di persuadere Giorgio Carozzi, ex giornalista e membro del comitato di gestione dell’Autorità portuale, a opporsi alla proroga trentennale della concessione del terminal Rinfuse. Questo suggerisce un tentativo di influenzare il cambiamento di destinazione d’uso delle aree portuali.
Nonostante l’importanza del suo ruolo, gli investigatori non hanno approfondito l’identità di questo agente né lo hanno ascoltato come testimone. I suoi contatti con Carozzi sono stati considerati confidenziali. Nell’annotazione del dicembre 2023, si evidenzia un contatto significativo: “Nella serata del 25 novembre 2021 Giorgio Carozzi contattava tale (mister X), non meglio identificato, la cui utenza mobile è intestata alla Presidenza del Consiglio dei ministri”. Questo individuo sembrava essere molto informato sulla situazione portuale genovese.