Inchiesta Coppa America: 5 indagati, anche fratello sindaco De Magistris

Sono cinque le persone indagate nell’inchiesta sulla Coppa America. L’ipotesi di reato è: turbativa d’asta. A finire nel mirino della Procura di Napoli, c’è anche il fratello del sindaco partenopeo Luigi De Magistris, Claudio, gli altri sono: il capo di gabinetto di De Magistris, l’ex colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, del presidente dell’Unione industriali Paolo Graziano, di Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di commercio e dell’ex presidente di Acn Mauro Hubler. L’indagine è condotta dalla Procura della Repubblica sezione reati contro la pubblica amministrazione, guidata dal procuratore aggiunto Francesco Greco. La Guardia di finanza del comando provinciale di Napoli ha eseguito perquisizioni negli uffici degli indagati. L’America’s Cup si è tenuta una prima volta a Napoli nell’aprile del 2012. Comunque è proprio vero che in una famiglia c’è sempre la ‘pecora nera’ ed in questo caso sarebbe Claudio De Magistris che sembra non interessarsi del ruolo di prim’ordine del fratello.

“Sono assolutamente sereno, come sempre. Sono, altresì, convinto che i miei collaboratori abbiano agito con correttezza, a partire da mio fratello Claudio, come dimostreranno le indagini della magistratura in cui ho fiducia”. Lo dichiara in una nota il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, commentando l’indagine della magistratura sulle tappe di America’s Cup World Series tenute a Napoli nel 2012 e nel 2013. “Non posso però nascondere, prosegue de Magistris, il profondo senso di amarezza personale che sento in questo momento, soprattutto perché sto svolgendo questo impegno di amministratore con determinazione, rischi, abnegazione, coraggio e passione, senza risparmiarmi un attimo, nel solo ed esclusivo interesse della città che amo. Una amarezza che diventa più forte tenendo conto che mio fratello, da due anni, lavora con grande dedizione, in modo totalmente gratuito, per l’amministrazione e per la città. E di questo avverto da tempo un senso di colpa per il fatto che abbia deciso, senza remunerazione alcuna, di impegnare la sua vita per la città e per aiutarci a farla tornare ad essere protagonista sul piano internazionale, come sta avvenendo, attese le sue indubbie competenze artistico-manageriali. Un uomo perbene”. “Sulla correttezza” riferendosi ad Attilio Auricchio, capo di gabinetto, entrambi indagati, il primo cittadino dice: “Non ho dubbi: da un lato il miglior carabiniere che abbia conosciuto nella mia vita, ancora inseguito per aver lavorato al mio fianco quando espletavo le funzioni di pm in Calabria contro le varie e multiformi criminalità organizzate e dall’altro lato mio fratello, il quale ha rinunciato ad interessi personali per quelli pubblici”. 

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