In ricordo di Dolores, la pasionaria

Qualche sera fa sono stato a Napoli incontrando una mia storica amica al Gambrinus per un caffè ed un dolce. Il discorso è scivolato, tra il dire ed il fare, sull’impegno politico e sul corretto modo di viverlo, sull’impegno da assumere rispetto ad idee di fondo che rifuggono cambi di sponda per motivi di trasparenza e di correttezza, formale e non. Il modo giusto di vivere l’impegno anche attraverso la mercificazione con l’elettorato, al quale non si chiedono voti ma condivisione. Fulvia, così si chiama la mia amica, mi parlava di pasionarie. Fulvia, le dissi, stai sparando a mitraglia, io sono in vacanza e cerco una pasionaria degli struffoli che, a dire il vero, tu non mi hai portato. E poi, dove vuoi che siano oggi le pasionarie? In questa epoca? Sarebbero, ove mai ci fossero, fuori tempo ed anacronistiche. Lei mi rispose in modo secco: “Hai conosciuto Dolores Madaro? Lei sì che era una pasionaria…”. Le sue parole furono per me un jab che mi colpì con violenza riportandomi nel passato, indietro nel tempo di cinquanta anni, perché conoscevo molto bene Dolores Feleppa Mádaro. Il suo nome fu ispirato dalla figura di Dolores Ibarruri Gomez, la Pasionaria. Il padre di Dolores era di tendenze moderatamente anarchiche e non è escluso che volesse dare alla figlia il nome di una grande combattente quale fu la Ibarruri. Dolores Madaro combattente laica lo è sempre stata. Donna dal carattere passionale, animata da un’intensa carica vitale, sempre votata all’impegno per le battaglie civili e per i diritti dei piú deboli. Dolores militò precocemente nelle fila del Partito Comunista Italiano. Molto conosciuta nell’ambito della scuola come rappresentante d’istituto, impegnata in proteste civili come quella, storica, del reinserimento a scuola di Giacomo Alvino, un bimbo diversamente abile che negli anni ‘80 subì forti ostilità nell’ambito delle strutture educative. Dolores e Silvana Alfano, madre di Giacomo, riuscirono a sensibilizzare l’opinione pubblica ed indirizzare i mass-media, fino ad ottenere un incontro con il Provveditore agli studi che rivolgendosi all’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Napoli ne favorì l’immediato rientro a scuola. Alla fine degli anni ’80 l’impegno politico conduce Dolores tra le fila del Consiglio di Quartiere quale rappresentante del PCI. Era il periodo, a Napoli, della giunta Lezzi. Stimata ed apprezzata per il suo impegno concreto anche dalle forze politiche avversarie, nel corso degli anni ha maturato una fede politica che dopo la scissione del Pci la condussero a fondare il Partito di Rifondazione Comunista (1989) prima, e del Partito dei Comunisti Italiani poi. Contemporaneamente l’associazionismo ed i movimenti sociali femministi la vedono impegnata instancabilmente per la battaglia delle Pari Opportunitá, di cui è membro presso la Regione Campania. Le Donne in Nero, l’Arci Donna, l’Udi, l’Anpi, l’Ans e le Acli sono solo alcuni dei movimenti ed associazioni delle quali viene a far parte con ruoli decisionali. Fonda il primo coordinamento sull’handicap per dare ai bambini della Darmon l’assistenza comunale, ed al liceo Sannazzaro organizza un processo di riflessione democratica attraverso iniziative in collaborazione con Vera Lombardi. Assessore della giunta Iervolino nel 2007 con deleghe ai Cimiteri, all’Anagrafe, alle Biblioteche, alla Memoria della Città ed agli Archivi Storici è stata una vera antesignana dell’idea dei matrimoni tra coppie gay o lesbiche. Lanciò la proposta di istituire il registro delle unioni civili, poi concretizzatasi in seguito con la giunta De Magistris. Il tutto senza clamore. Sua anche l’idea di attivare le biblioteche di quartiere per avvicinare i giovani alla lettura. Si impegna poi per la creazione del Crematorio di Napoli, opera ancora oggi incompiuta. Muore a Napoli all’etá di 75 anni il 17 maggio 2012. Fulvia mi distolse dalla mia apparente assenza dicendomi: “Ma che fai, non mi ascolti?”. Fulvia si, ti ascolto ed ho conosciuto Dolores. Era la mia dirimpettaia. Dolores saltava il fossato del marcio, disegnando il futuro e tingendolo di rosa attraverso il suo cammino…

Roberto Cristiano

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