In Italia tre morti sul lavoro al giorno

Un’emergenza che non si arresta e il numero dei morti sul lavoro continua a crescere, dai 652 casi del 2014 ai 752 nei primi 8 mesi di quest’anno, pari a un rialzo del 15%. Non solo, perchè sono in aumento anche le malattie professionali. E’ quanto denuncia l’Anmil che, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio di Inail e Inps, ha celebrato la 65esima giornata nazionale vittime degli incidenti sul lavoro. I dati Inail, ancora provvisori, mostrano rispetto alle morti bianche un +5% nell’industria manufatturiera, +34,2% nei trasporti, +6,2% nel settore delle costruzioni e +6,1% nel commercio. In lieve calo le morti bianche in agricoltura, che sono -2,8%nei primi 8 mesi del 2015. A guidare la triste classifica la Lombardia con 111 vittime, seguita da Toscana e Veneto (entrambe le regioni con 76 morti bianche), poi da Lazio (72) e Campania (67%). Continua a flettere, tra gennaio e agosto, il numero degli infortuni: dal primo gennaio al 31 agosto ne sono stati denunciati 410.000 (-4,1% rispetto allo stesso periodo del 2014). Politica e sindacati intervengono sulla strage silenziosa.  Rafforzare le strategie per assicurare livelli sempre più alti di tutela, è l’auspicio del Capo dello Stato Sergio Mattarella, mentre il ministro della Salute Beatrice Lorenzin evidenzia che la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro rappresentano una assoluta priorità per il nostro Paese. Di diverso avviso la Cgil nazionale che parla di un’emergenza per l’Italia e invita a fare della prevenzione una priorità per il Paese e un impegno centrale per tutte le imprese. La giornata è anche l’occasione per fare il punto sulle malattie professionali, un fenomeno in crescita e nei primi otto mesi del 2015 si registra una crescita del 2,5% passando dalle 38mila patologie denunciate nel 2014 alle oltre 39mila di quest’anno. Si segnala l’aumento progressivo dei tumori. N el 2014 sono stati denunciati 2.999 casi con un incremento del 2,7% rispetto ai 2.919 del 2013 e del 24% rispetto ai 2.418 del 2010.

 

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