Immigrazione: sbarcati tutti i migranti della Diciotti

E’ finita a tarda notte l’odissea dei 137 migranti rimasti a bordo della nave “Ubaldo Diciotti” per sei giorni, dopo l’arrivo del pattugliatore della Guardia Costiera a Catania. Erano stati recuperati la notte tra il 15 e il 16 agosto al largo di Lampedusa, dopo essere partiti dalla Libia dove chi per mesi, chi per anni, era stato costretto a subire torture, sevizie e tempi lunghi di reclusione da parte dei trafficanti di uomini. Sul Molo di Levante sono state portate a termine le operazioni di sbarco coordinate dalla Prefettura, rallentate soltanto quando un gruppo di cittadini catanesi, approfittando del cambio turno di guardia delle forze dell’ordine ha raggiunto il Molo per salutare e augurare “buona vita” ai migranti. Tutti i 137 sono stati assistiti dai medici, dai volontari della Croce Rossa e delle associazioni di volontariato, dai mediatori culturali. A uno a uno sono stati identificati e accompagnati sui pullman che li accompagnera’ nelle sedi a loro destinate.

Parte dei migranti sara’ trasferita in un centro di accoglienza a Messina, successivamente cominceranno le operazioni di distribuzione che coinvolgeranno anche la Chiesa italiana oltre che Albania e Irlanda. Restano ricoverati in ospedale, a Catania, i 13 migranti – 7 donne e sei uomini – sbarcati ieri pomeriggio per “emergenza sanitaria”. Sul fronte giudiziario, c’e’ l’indagine aperta dalla Procura di Agrigento a carico del ministro dell’Interno Matteo Salvini per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Sotto indagine e’ finito anche il capo di gabinetto del ministro. La decisione e’ arrivata al termine della missione romana del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che ha trasmesso gli atti alla procura di Palermo per il successivo passaggio al Tribunale dei ministri. Resta, dunque, ad Agrigento la titolarita’ delle indagini, mentre la procura di Palermo ha aperto nei giorni scorsi un’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata al traffico di uomini e i magistrati di Catania un fascicolo di “atti relativi” senza indagati.

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