Immigrazione: il ‘pericolo’ vien da Facebook

ROMA. Negli ultimi giorni sono stati centinaia i migranti giunti sulle coste europee. Ma centinaia anche le vittime, non solo per mare ma anche ‘per’ tir. Doppio naufragio davanti alle coste di Zuwara: i corpi di 40 persone sono stati trovati all’interno della stiva di un barcone che si è arenato su una spiaggia, mentre circa 160 galleggiavano in mare a circa 1 km dalla costa.
Tre persone sono state invece arrestate in Ungheria nell’ambito delle indagini sul Tir frigorifero abbandonato in Austria con 71 cadaveri di profughi a bordo, fra cui 8 donne e 4 bambini. Altri 27 (disidratati) sono stati trovati a bordo di un tir guidato da un italiano. Questi sono solo alcuni degli esempi più recenti. Spesso si pensa a come questi profughi giungono sulle coste europee ma, probabilmente, poche volte si pensa a come facciano a trovare il passaggio. Di certo è improbabile che qualcuno che voglia scappare dal proprio paese si rechi in un porto e si metta a trattare con chissà chi per un ‘trasporto’. In questo caso viene in ausilio il famigerato social network Facebook che si trasforma da mezzo per socializzare a mezzo di ‘morte’. Infatti, grazie alla piattaforma social normali pagine Facebook che pubblicizzano viaggi turistici, in realtà vendono passaggi “sicuri” per l’Europa a chi è costretto a fuggire dalla guerra o dalla povertà. L’allarme era già stato lanciato qualche tempo fa, ma ora, con migliaia di migranti che tentano di entrare in Europa attraversando il Mediterraneo o percorrendo la rotta dei Balcani, la questione torna di drammatica attualità. E’ proprio sulla paura di finire uccisi nella stiva di un barcone o all’interno di un container trainato da un tir, che i trafficanti sembrano fare leva per invogliare migliaia di famiglie ad investire i propri risparmi in costosi ‘pacchetti’ che garantirebbero il “100 per cento di sicurezza”. Questo commercio è stato notato da alcuni media britannici, che dopo la crisi dei migranti a Calais hanno cominciato con crescente frequenza ad interessarsi di un fenomeno che sembrava destinato a suscitare allarme e preoccupazione solamente nel sud Europa. Ad esempio, c’è una pagina Facebook intitolata “Viaggio sicuro dalla Turchia alla Grecia” che offre un viaggio a bordo di uno yacht di 40 metri, chiamato “Orient Bosphorus”, con imbarco nel porto turco di Smirne. Il tutto, al prezzo di circa 3.400 euro a persona. Per rendere più credibile la messa in scena in caso di eventuali controlli da parte della guardia costiera, ai “clienti” viene anche consigliato di portare tutti quegli oggetti che porterebbero i veri turisti, vale a dire computer portatili, macchine fotografiche e così via. Per chi soffre il mal di mare, invece, c’è anche la possibilità di viaggiare fino all’Austria a bordo del rimorchio di un tir, per 7.500 euro a persona. Questo è solo un esempio delle molte pagine che esistono. Intanto però il sottosegretario alle Politiche europee, Sandro Gozi, ha lanciato un allarme spiegando che senza l’apporto dei migranti il sistema del welfare in Europa è destinato a non reggere. Gozi in una dichiarazione all’Adnkronos, spiega perché l’Europa nei prossimi decenni non potrà fare a meno degli immigrati. Aumentando la salute e la durata della vita, osserva Gozi, “la popolazione invecchia” e dunque “il problema, nel tempo, sorge quando di fronte a 10 milioni di pensionati, ci troviamo con 5 milioni di lavoratori attivi. E’ chiaro che con questi numeri i costi del welfare, a cui peraltro già oggi contribuiscono molte donne immigrate, non reggono”. “Ci troveremmo con costi in aumento costante – sottolinea ancora il sottosegretario alle Politiche Europee – per pensioni e assistenza sanitaria, a cui dovremmo aggiungere i costi degli ammortizzatori sociali, e una platea di contribuzione sempre più piccola. I migranti sono importanti per equilibrare questa tendenza negativa”. Poi però va contro il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, affermando che “chiudere le frontiere, aiutarli tutti a casa loro o affondare i barconi di chi scappa sono totali scemenze che non risolvono uno solo dei nostri problemi”. Quando Alfano insisteva sulla soluzione militare, ossia “bombardare i barconi degli scafisti prima che partano»”. Comunque, non si capisce più se bisogna accoglierli per convenienza oppure non farli arrivare (tutti) per convenienza. Sta di fatto che la storia insegna: muri e respingimenti vari (Limes romano, muro di Berlino etc) sono stati già fatti. E non hanno portato a nulla di veramente buono.

Alessandro Moschini

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