Veduta esterna dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. ANSA / RENATO INGENITO

Ilva, sindacati: “Piani inaccettabili, 5-6mila esuberi”

I sindacati giudicano inaccettabile la ricaduta occupazionale prevista dai piani per l’Ilva presentati da Arcelor Mittal-Marcegaglia, giudicato dai commissari straordinari come l’offerta migliore e da AcciaItalia. Al termine di un incontro al ministero dello Sviluppo economico con il titolare del dicastero Carlo Calenda, i leader di Fiom, Fim e Uilm hanno fatto sapere che entrambe le proposte sul tavolo prevedono 5-6mila esuberi. Un nuovo incontro è stato fissato per giovedì 1 giugno alle ore 10.

Il piano ArcelorMittal-Marcegaglia prevede 5.800 esuberi Roma, 30 mag. (askanews) – Gli occupati degli impianti Ilva, in Italia, sono attualmente 14.200. Nel piano di ArcelorMittal-Marcegaglia sono previsti 4.800 esuberi nella fase iniziale e poi ulteriori 1.000. Gli occupati, in sostanza, scenderebbero immediatamente a quota 9.400 fino ad arrivare a 8.400 nel 2023. Il piano AcciaiItalia prevede invece un organico iniziale di 7.800 lavoratori (dunque 6.400 esuberi in una prima fase). Nel tempo però l’organico tornerebbe a salire e nel 2023 si avrebbero 10.300 lavoratori. Per il leader della Uilm, Rocco Palombella il numero degli esuberi “è inaccettabile” e “per quanto ci riguarda non ci saranno esuberi nè a Taranto nè in altri stabilimenti anche a costo di far cambiare il piano”.

Per Marco Bentivogli della Fim-Cisl “il punto di partenza è sbagliato. Si paga un prezzo troppo salato in termini di occupazione – ha spiegato – e servono maggiori dettagli, chiarimenti sugli investimenti e sulla tecnologia”. Il “segnale negativo della giornata è il numero degli esuberi. Il governo ha spiegato che la procedura di gara è avvenuta nei termini europei e dopo l’aggiudicazione sarà vincolante il giudizio del sindacato”, ha aggiunto Bentivogli spiegando che “in caso di mancato accordo salta l’aggiudicazione”. Il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha giudicato l’incontro “deludente. Non si capisce perché è stata scelta una proposta rispetto ad un’altra. In entrambe le proposte la riduzione dell’occupazione – ha osservato – è inaccettabile perché ci sono da 5mila a 6mila persone in meno”. Per Landini, inoltre, non è accettabile rendere poi vincolante il giudizio del sindacato solo in una fase successiva: “Non si può scaricare su lavoratori e sindacato la responsabilità di Ilva e non Ilva”.

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