Ilo. Disoccupazione al 9,7% ma il tasso reale è più lato

Allarme disoccupazione per l’Italia. Nel quarto trimestre 2011 i senza lavoro sono saliti al 9,7% raggiungendo il tasso più alto dal 2001. Ma “il tasso reale potrebbe risultare superiore poiché ai quasi 2,1 milioni di disoccupati si aggiungono 250.000 lavoratori in cig”. L’allarme è lanciato dall’Ilo, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, agenzia delle Nazioni Unite, che nella sua scheda sull’Italia definisce ‘allarmante’ il livello dei Neet, giovani che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione.

Nel quarto trimestre 2011 il tasso di occupazione è aumentata dell’1,9% rispetto all’anno precedente. Le categorie più colpite sono quella dei giovani e quella dei disoccupati di lunga durata. La disoccupazione giovanile, salita al 32,6% durante il quarto trimestre del 2011, è più che raddoppiata dall’inizio del 2008. I disoccupati di lunga durata rappresentano il 51,1% del totale dei disoccupati. Inoltre, evidenzia l’Ilo, molti lavoratori escono completamente dal mercato del lavoro: nel 2010, il tasso dei lavoratori che non cercano più lavoro ha raggiunto il 5% del totale della forza lavoro. Il numero dei giovani che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione ha toccato quota 1,5 milioni. Ma le brutte notizie per l’Italia non si fermano ai dati sulla disoccupazione. Secondo l’Organizzazione Internazionale del lavoro le misure di austerità “rischiano di alimentare la recessione e di rinviare ancora l’inizio della ripresa economica e il risanamento fiscale”. Insomma la pressione fiscale per ridurre il deficit avrebbe conseguenza dannose sull’economia italiana. La ripresa viene frenata dalla contrazione del consumo privato e che “tale contrazione è aggravata dal fatto che gli stipendi crescono meno velocemente rispetto all’inflazione”. L’Ilo sottolinea come il debito pubblico “é schizzato dal 103% del Pil nel 2007 al 120% nel 2011. A seguito dell’aumento dei tassi di interesse nazionali sono anche sorti dubbi sulla tenuta delle finanze pubbliche. Per ridurre il deficit, il governo ha aumentato la pressione fiscale che dovrebbe raggiungere il 45% nel 2012. Queste misure di austerità rischiano di alimentare ulteriormente il ciclo della recessione e di rinviare ancora l’inizio della ripresa economica e il risanamento fiscale”. Nella scheda sull’Italia, l’organizzazione internazionale  evidenzia le difficoltà delle piccole e medie imprese nell’accesso al credito e i problemi legati alla ‘pesantezza amministrativa’. La priorità, secondo l’Ilo, è “trovare un equilibrio sostenibile tra risanamento fiscale e ripresa dell’occupazione”. Con il secondo debito pubblico più alto dell’Unione Europea, l’Italia non può sottrarsi alle misure di risanamento di bilancio.

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