Illusione di Francesca Archibugi – L’età tradita

Proiettato in prima assoluta alla Sala Sinopoli, sabato 25 ottobre alle ore 19:00 alla Festa del Cinema di Roma, Illusione segna il ritorno di Francesca Archibugi al grande schermo dopo le esperienze televisive de La storia e Romanzo famigliare. Due opere che avevano mostrato la sua capacità di unire racconto popolare e sensibilità autoriale, ma che non l’hanno allontanata dal desiderio di affrontare ancora il territorio fragile dell’adolescenza e dei suoi abusi.

C’è una ragazza vestita da donna, distesa in un fosso ai margini di Perugia. Il suo corpo sembra una scenografia abbandonata, la perfezione di un’immagine che non le appartiene. Poi, un respiro. È viva. Si chiama Rosa Lazar, ha poco più di quindici anni, e la sua sopravvivenza è l’inizio di un enigma che non riguarda solo lei.

In Illusione, Archibugi costruisce un racconto che attraversa la soglia fragile tra adolescenza e maturità, dove l’innocenza diventa rappresentazione e il corpo della giovanissima protagonista si trasforma in oggetto, proiezione, merce. La provincia umbra, quieta e levigata, diventa lo sfondo di un mondo che consuma ciò che dice di proteggere: la purezza, la giovinezza, la bellezza stessa.

Rosa non parla, o parla poco. È il suo silenzio a guidare l’indagine della sostituta procuratrice Cristina Camponeschi (Jasmine Trinca) e dello psicologo Stefano Mangiaboschi (Michele Riondino). Entrambi cercano una verità che non si trova nei fatti ma nelle crepe, nei vuoti di memoria, nelle distorsioni del desiderio adulto. Rosa non ricorda, o non vuole ricordare: è come se il suo corpo avesse vissuto al posto suo, troppo presto, troppo in fretta.

Dopo La storia, esempio di serialità ampia e popolare, e il sottovalutato Romanzo famigliare, splendido coming of age, Archibugi torna al cinema con un’opera ambiziosa e inquieta. Illusione, presentato nella sezione Grand Public, conferma il suo interesse per la fragilità come materia narrativa: ma qui la tenerezza lascia spazio all’opacità, alla difficoltà di penetrare davvero nel mistero dell’adolescenza.

Jasmine Trinca regala al film un centro emotivo saldo e misterioso. La sua Cristina è una donna che osserva, che tenta di capire senza oltrepassare, e in questa misura trova una forma di grazia. Nello sguardo trattenuto, nel tono basso della voce, si percepisce la tensione di chi intuisce il male ma sceglie di restare umana. È forse la sua presenza – sobria, malinconica, moralmente inquieta – a dare consistenza al film, a bilanciare le esitazioni di una regia che si muove tra realismo e visione.

Archibugi non mette in scena l’orrore, ma il suo riflesso. Non mostra la violenza, la lascia affiorare come una crepa nella normalità. Come in Vivere, la regista si serve di una figura “esterna”, ingenua, per osservare il cinismo del mondo adulto, ma qui l’elemento giudiziario e psicologico si intrecciano, rendendo più denso – e più faticoso – l’accesso al trauma.

Angelina Andrei, al suo esordio, è una presenza fragile e quasi spettrale: più che agire, subisce lo sguardo degli altri. Accanto a lei, Riondino restituisce con intensità uno psicologo diviso tra empatia e turbamento, mentre Filippo Timi, nel ruolo del poliziotto che conosce la pancia del territorio, porta in scena la provincia come microcosmo di pulsioni e ipocrisie.

Visivamente curatissimo, grazie alla fotografia invernale di Francesco Di Giacomo che cattura un’Umbria livida e sospesa, Illusione è un film elegante e disturbante, più attratto dall’atmosfera che dal colpo di scena. I flashback tra la periferia di Bucarest e la glaciale Europa del potere segnano il contrasto tra sogno e sfruttamento, tra apparenza e realtà.

E quando Francesca Reggiani, suocera radical chic del protagonista, entra in scena e chiede un calice di vino commentando con ironia: «Orazio, aurea mediocritas: la sentite?», la battuta risuona come un’eco consapevole del film stesso – colto, elegante, ma prigioniero del proprio equilibrio.

Illusione cammina sul bordo sottile tra indagine e confessione, tra il racconto sociale e la visione poetica. Rosa, ragazza e insieme simbolo di un’età tradita, è il cuore silenzioso del film: creatura sospesa, ferita e bellissima, che ci ricorda quanto la società continui a travestire la giovinezza con i segni dell’età adulta – e a chiamarla libertà.

Cast principale di Illusione

  • Angelina AndreiRosa Lazar
  • Jasmine TrincaCristina Camponeschi, sostituta procuratrice
  • Michele RiondinoStefano Mangiaboschi, psicologo
  • Filippo TimiLorenzo Gualtieri, ispettore di polizia
  • Vittoria PucciniClaudia, moglie di Mangiaboschi
  • Francesca ReggianiMargherita, suocera di Mangiaboschi
  • Adrian TitieniZio Petru, cugino e tutore di Rosa
  • Paolo Briguglia, Barbara Ronchi, Andrea Pennacchi – ruoli secondari nel contesto giudiziario e familiare

Sceneggiatura di Francesca Archibugi, Laura Paolucci e Francesco Piccolo
Fotografia di Francesco Di Giacomo
Montaggio di Esmeralda Calabria
Musiche di Battista Lena
Produzione Lotus Production – Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema

Roberto Buono

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