L'homepage di Uber, l'app nel mirino dei tassisti, servizio che permette di prenotare un'auto con conducente via smartphone, utilizzando un'applicazione, il sistema di localizzazione e il pagamento con carta di credito, 19 maggio 2014. ANSA / WEB

Il Tribunale di Milano blocca ‘Uber pop’ in tutta Italia

MILANO. Il Tribunale di Milano ha disposto il blocco di ‘Uber-pop’, uno dei servizi messi a disposizione dalla app Uber, su tutto il territorio nazionale con inibizione dalla prestazione del servizio. E’ stato dunque accolto il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti per “concorrenza sleale”.  L’attività svolta da Uber attraverso la ‘app’ Uber-pop, scrive il giudice di Milano Claudio Marangoni nell’ordinanza,  è “interferente con il servizio taxi organizzato dalle società, svolto dai titolari di licenze”. La richiesta di trasporto trasmessa dall’utente mediante l’app Uber-pop,  si legge,   oltre ad essere modalità tecnica già utilizzata dalle cooperative di tassisti appare di fatto del tutto assimilabile al servizio di radio taxi. La mancanza di titoli autorizzativi  da parte degli autisti Uber-Pop, come invece prevedono le leggi sui servizi di trasporto, comporta un effettivo vantaggio concorrenziale per il gruppo Uber e uno sviamento di clientela indebito. Senza i costi inerenti al servizio taxi, gli autisti Uber-Pop possono applicare tariffe sensibilmente minori rispetto a quelle del servizio pubblico. Nelle scorse settimane, infatti, le organizzazioni sindacali e di categoria, locali e nazionali, dei tassisti e dei radiotaxi, assistite da un team legale composto dagli avvocati Marco Giustiniani, Nico Moravia, Giovanni Gigliotti e Alessandro Fabbi, avevano presentato un ricorso cautelare ed urgente per chiedere l’oscuramento della ‘app’ Uber-Pop, uno dei servizi messi a disposizione dalla multinazionale americana Uber che permette a chiunque di fare il tassista senza licenza, e l’inibitoria dal servizio. Oggi il giudice della sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, con un’ordinanza ha accolto il ricorso, accertando, da quanto si è saputo, la “concorrenza sleale” del servizio del gruppo Uber. Il giudice con un provvedimento cautelare ha disposto il blocco di Uber-Pop e l’inibitoria della prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale. Nel suo provvedimento il magistrato ha chiarito che Uber avrà 15 giorni di tempo per adeguarsi all’inibitoria disposta, altrimenti scatteranno delle penali. Contro il provvedimento cautelare, in ogni caso, c’è la possibilità da parte di Uber di fare ricorso. “E’ una grande vittoria e non l’abbiamo fatto solo per noi e il nostro lavoro, ma anche per la sicurezza degli utenti. Siamo dovuti arrivare in aula di giustizia perchè qualcuno decidesse, nessuno voleva prendersi questa responsabilità: prima di ricorrere in Tribunale ci siano rivolti a Comune, Regione, al Governo, tutto inutile”. Esistono delle regole, delle norme da seguire,   ha detto ancora Gagliardi,  non può arrivare una società anche se è un’importante multinazionale a stravolgerle, in nome di cosa poi? della tecnologia e dell’innovazione? ma noi abbiamo tecnologia e innovazione da vendere”. I tassisti, ha spiegato ancora il rappresentante sindacale, non si fanno illusioni, certi di aver vinto oggi solo una battaglia perchè la guerra sarà ancora molto lunga. “E’ impensabile che un paese moderno possa essere privato di sistemi innovativi come Uber, che rispondono ad esigenze di mercato e sfruttano le nuove possibilità introdotte dalla tecnologia”,   afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi .Ciò che serve, semmai, è integrare Uber nel mercato italiano rendendolo conforme alle disposizioni vigenti, garantendo legalità e sicurezza senza danneggiare gli altri operatori. Per tale motivo  rivolgiamo oggi un appello al Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, affinché studi le misure necessarie a rendere pienamente legale Uber senza limitazioni medievali alla concorrenza.

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