Il Tar richiude la Calabria, Santelli: ‘E’ una vittoria di Pirro’

Aperture, le regioni in ordine sparso. Dalla prudenza della Sardegna alla assertività della Puglia: ‘Riapriamo il 18’. Zaia: ‘Un tavolo ogni 4 mt? Significa chiudere ristoranti’. Intanto il Tar annulla l’ordinanza della Calabria, che permetteva il servizio ai tavoli se all’aperto per bar e ristoranti. La governatrice Santelli: ‘Per il governo è una vittoria di Pirro’. Ma per il ministro per gli Affari regionali Boccia: ‘Non è la stagione delle divisioni’

Il Tar di Catanzaro “accoglie il ricorso e annulla l’ordinanza del Presidente della Regione Calabria del 29 aprile 2020 nella parte in cui dispone che sul territorio della Regione, è ‘consentita la ripresa delle attività di Bar, Pasticcerie, Ristoranti, Pizzerie, Agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto’. Ordina che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa”. E’ quanto si legge nella sentenza del Tar che di fatto richiude le attività che la Regione aveva riaperto.

I giudici amministrativi del capoluogo calabrese accogliendo il ricorso del governo e annullando l’ordinanza della Regione Calabria, sottolineano che “spetta al Presidente del Consiglio individuare le misure necessarie a contrastare la diffusione del virus COVID-19, mentre alle Regioni è dato intervenire solo nei limiti delineati dall’art. 3”.

“Prendiamo atto della decisione del Tar, ma non nascondiamo il rammarico per una pronuncia che provoca una battuta d’arresto ai danni di una regione che stava ripartendo dopo 2 mesi di lockdown e dopo i sacrifici dei cittadini. Una scelta così importante spettava alla Corte costituzionale, unico organo in grado di fare chiarezza sul rapporto governo-Regioni. Il Governo Conte ha poco da esultare: si tratta di una vittoria di Pirro che calpesta i diritti dei cittadini, dopo che per 11 giorni l’ordinanza ha avuto validità”. Così la presidente della Regione Calabria Jole Santelli.

“E’ una decisione pur rispettabile ma ininfluente: l’ordinanza infatti ha avuto piena esecuzione per 11 giorni e il Governo ha preannunciato per mercoledì che disporrà l’apertura di bar e ristoranti a livello generale. La Regione ha vinto con il mancato accoglimento del decreto cautelare ed ha avuto un importante risultato acquisendo la primazia politico-istituzionale di tutela delle prerogative costituzionali delle regioni”. Lo afferma l’avv. Oreste Morcavallo, uno dei legali che ha assistito la Regione Calabria.

“Le sentenze e le leggi non si discutono ma si applicano. E questo deve valere per ognuno di noi. La sicurezza sui luoghi di lavoro per lavoratori e cittadini è una nostra priorità assoluta nell’emergenza Covid-19. Il governo sta facendo ripartire il Paese in sicurezza. Non è la stagione delle divisioni, dei protagonismi e dell’individualismo”. Così il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, commenta la decisione del Tar della Calabria di annullare l’ordinanza emanata dalla presidente Jole Santelli che consentiva la riapertura di alcune attività commerciali nella Regione.

Niente apertura anticipata dei negozi a Sassari. Anche sulla base dell’indice sul contagio, il sindaco Nanni Campus ha scelto la strada della prudenza. Così domani, almeno fino al 17 maggio, le serrande delle attività di abbigliamento, calzature, gioiellerie, profumerie, parrucchieri, saloni di bellezza, tatuatori resteranno abbassate. “Preso atto di quanto disposto all’art. 23 dell’ordinanza n.20 del 2 maggio 2020 adottata dal Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, con riferimento all’andamento della curva di diffusione del virus Sars Cov 2 in ambito comunale, restano chiusi i servizi alla persona, quali i saloni di parrucchieri, le attività di estetisti, tatuatori e simili. Analogamente dalla stessa data restano chiuse le attività commerciali di vendita di abbigliamento, calzature, gioiellerie, profumerie” ha scritto il sindaco di Sassari nella nuova ordinanza pubblicata oggi, dopo che l’indice Rt determinato a 0,96 per il capoluogo del nord Sardegna, ha di fatto escluso la possibilità di aperture anticipate degli esercizi commerciali.

“Le aperture – è la posizione del il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti – saranno in piena sicurezza. Saranno decise solo ed esclusivamente sulla base di valutazione di carattere scientifico. È l’unica forma che abbiamo per dare sicurezza a cittadini e cittadine”. “Credo sia sbagliato riaprire con il dubbio di una percentuale di rischio troppo alta – ha spiegato Zingaretti – è anche una forma di tutela del nostro sistema produttivo. Il tema è ovviamente riaprire ma farlo con un livello di sicurezza sufficiente, consapevoli che senza un vaccino il rischio zero non esiste, ma possiamo comunque fare molto. Le ordinanze regionali saranno l’effetto delle valutazioni scientifiche fatte giorno per giorno”.

“Il 18 maggio parrucchieri, estetisti, barbieri, saloni di bellezza riapriranno” in Puglia “tutti, regolarmente come previsto”, ribadisce il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo che ieri sera si sono scatenate le polemiche dei partiti di opposizione che lo hanno accusato di aver preso in giro queste categorie promettendo loro che avrebbero potuto riaprire. Le polemiche sono arrivate dopo una nota in cui Emiliano ha spiegato che l’ordinanza per le riaperture “dispiegherà i suoi effetti dal 18 maggio in coerenza con i provvedimenti nazionali che saranno adottati nei prossimi giorni e, soprattutto, nel pieno rispetto dei protocolli per la sicurezza”. “Evidentemente – dice oggi Emiliano – qualcuno ha tentato di scatenare addosso alla Puglia il governo, facendogli intendere che noi stavamo facendo una cosa imprudente. Invece non è così, perché le regole dell’ordinanza che consente a queste attività di riprendere il 18 anziché il primo di giugno come era inizialmente previsto, sono regole che sono state studiate dal professor Lopalco e da tutti i miei tecnici, assieme ai professionisti, addirittura con sopralluoghi dentro ciascuna delle strutture”. “E abbiamo individuato criteri di sicurezza – aggiunge – che sono e saranno utili anche al governo nazionale per far riaprire prima, io mi auguro ovunque, tutte queste categorie”. “Dunque il 18, vedete i miei capelli – dice Emiliano ironizzando sulla sua acconciatura – tutti al barbiere, al parrucchiere, dagli estetisti, a fare i massaggi. Mi raccomando, fate le ricevute fiscali perché i controlli saranno importanti, e soprattutto applicate con rigore tutte le prescrizioni che vi ho dato nella ordinanza. Buon lavoro a tutti voi”.

Il governatore della Liguria Giovanni Toti, infine, in un’intervista a Repubblica, sostiene che “nei momenti difficili per il Paese i colpi di testa e le forzature vanno evitate in ogni modo possibile, ma io credo che il 18 maggio, quando scade l’ultimo decreto del governo Conte, le regioni debbano tornare a esercitare le loro prerogative e a decidere sulle riaperture. Credo sia finito il tempo dei divieti e sia arrivato quello della responsabilità da parte dei cittadini”. “Noi non stiamo chiedendo di agire in proprio, ma che il governo ci dia delle linee guida e lasci che le regioni le applichino secondo le esigenze socio-economiche dei rispettivi territori”, spiega Toti. In merito al monito degli scienziati su possibili ricadute, “ho il massimo rispetto per gli scienziati, che giustamente ci mettono in guardia, ma la politica deve fare sintesi e calcolare il rischio, considerando la situazione pesantissima che c’è sul piano economico”, sottolinea Toti. “Un Paese che perde dieci punti di Pil non sarebbe neppure in grado di fronteggiare una seconda ondata epidemica. Non basta parlare di indebitare il Paese, poi questo debito va speso”.

“Il governo indichi le linee guida e poi ogni Regione decida. Il principio dev’essere non più quello dei divieti, ma delle regole”. Il governatore del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, intervistato dal Giornale chiede all’esecutivo di “riaprire il commercio al dettaglio, e che dal 18 maggio, a discrezione delle Regioni, possano riaprire tutte le altre attività. Lunedì, se sono già aperte le librerie lo stesso può valere per un negozio di pentole. E una settimana dopo devono tornare a lavorare parrucchiere, barbieri, bar, ristoranti, non solo per asporto”. “Chiediamo allo Stato di non versare il contributo per il risanamento del deficit”, sottolinea Fedriga. “Una Regione a statuto speciale come il Friuli-Venezia Giulia garantisce sul territorio una serie di diritti come quello alla salute. Dal 2011 aiutiamo lo Stato per le difficoltà di bilancio e non ci siamo mai tirati indietro. In un momento come questo segnato dal crollo delle entrate non chiediamo soldi in più, ma di non versare 766 milioni di euro su un bilancio di 5,683 miliardi. La Sardegna con un bilancio di 7,508 miliardi versa 383 milioni”.

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