Il Senato dice sì al Super Canguro e l’Italicum avanza

 L’Aula del Senato ha dato il via libera all’emendamento Esposito, il cosiddetto “super canguro” che di fatto taglia tutte le altre proposte di modifica contrarie, con 175 si, 110 no e due astenuti. Con il via libera all’emendamento Esposito cadono di fatto “35 mila proposte di modifica” delle 47mila presentate alla legge elettorale. Lo afferma Calderoli in Aula. E nell’emiciclo esplode la protesta dei 5 stelle. “Dei 35mila erano quasi tutti miei” chiosa Calderoli rispondendo al M5S. Sono stati poi bocciati entrambi gli emendamenti Gotor alla legge elettorale. Il primo, bocciato con 170 no, proponeva di modificare la proporzione tra nominati ed eletti con il sistema delle preferenze, a favore di questi ultimi. I sì sono stati 116, 5 le astensioni. Il secondo, respinto con 168 no, 108 sì e 3 astensioni, proponeva fra le altre modifiche correzioni al capitolo dei capilista, sempre a favore del sistema delle preferenze. Il primo voto è stato su un emendamento ‘premissivo’ a firma Calderoli che è stato bocciato con 188 no, 72 sì e alcuni astenuti. “Nel mio partito è successa una cosa grave, che potrebbe diventare un problema per il futuro del Pd.”, ha detto il vicepresidente del gruppo Pd al Senato e membro della segreteria, Giorgio Tonini, riguardo al gruppo di senatori del Pd che ha annunciato che non voterà la proposta di riforma elettorale della maggioranza del partito. “Nel nostro regolamento c’è lo spazio per la cosiddetta obiezione di coscienza, è riconosciuto a ogni singolo senatore il diritto di dissentire nel comportamento di voto, ma in questo caso la questione ha delle dimensioni tecniche. Se andranno fino in fondo e non voteranno in aula, questo sarà un elemento che costituirà un problema per il futuro del partito. Rischiano di mettere a repentaglio la tenuta del governo, e quindi del paese, in un momento difficile come questo, per una questione che riguarda un tema opinabile, tecnico e non politico. Viene il sospetto che invece sia una battaglia politica contro Renzi con qualunque mezzo, ma questo non è ammissibile in un partito che vuole essere unitario. Quando ero in minoranza con Bersani, non mi sarei mai immaginato di agire in questo modo”. Sulla scelta del candidato al Quirinale, Tonini ha aggiunto: “Il nostro impegno è quello di evitare un lungo Vietnam. L’ideale sarebbe il metodo Ciampi che venne eletto alla prima votazione da un amplissimo schieramento parlamentare. Noi stiamo lavorando per questo obiettivo, cioè trovare una figura popolare che sia al tempo stesso un arbitro del sistema, non un giocatore di parte, una personalità da cui tutti si possano sentire garantiti”.

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